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Opinioni

E-sport, i videogiochi puntano alle Olimpiadi

Rob Pardo, uno dei creatori di World of Warcraft, ha proposto di inserire i videogiochi tra le discipline olimpioniche. Negli ultimi anni gli e-sport hanno mosso miliardi di dollari e milioni di persone, mentre in Italia sono stati ufficialmente riconosciuti dal CONI.
A cura di Marco Paretti
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Videogiochi olimpiadi e-sport

I videogiochi sono una cosa seria. Non solo perché sono entrati prepotentemente nell'immaginario collettivo diventando un vero e proprio fenomeno culturale. Non solo a causa dell'ormai elevatissimo livello raggiunto dalla loro narrativa. Non solo per la natura transmediale che ne ha caratterizzato il recente sviluppo.
I videogiochi sono una cosa seria perché sono riusciti ad imporsi in diversi settori e negli ultimi anni hanno mosso miliardi di dollari e milioni di persone. L'industria è più attiva che mai e ora punta all'obiettivo più alto, quello sportivo.

Se già nel resto del mondo gli e-sport – così vengono definiti i tornei videoludici tra giocatori professionisti – godono di un'ottima fama e in Italia l'attività videoludica è persino stata riconosciuta dal CONI, l'obiettivo è quello di farli diventare una disciplina olimpionica a tutti gli effetti.
La proposta arriva da Rob Pardo, responsabile della creazione di World of Warcraft, uno dei titoli maggiormente utilizzati online. A questo si aggiungono altri due giochi sviluppati da Blizzard che negli ultimi anni hanno spopolato negli e-sport: Hearthstone e Starcraft 2. Insomma, se c'è qualcuno che può proporre un'iniziativa del genere, questo è sicuramente Pardo.

Videogiochi olimpiadi e-sport

"Penso che gli e-sport siano una disciplina davvero competitiva, dove si osservano i giocatori professionisti dotati di riflessi fulminei e in grado di effettuare scelte veloci in ogni situazione" ha spiegato Pardo "Quando si osserva il dato relativo alle azioni per minuto, queste sono più di 300".
La strada verso le Olimpiadi è però lunga è difficoltosa; difficile pensare che a breve potremmo ritrovarci a guardare una partita di League of Legends tra un salto in lungo e una staffetta. Il processo di selezione è rigorosissimo e il numero di sport olimpionici è limitato, ma anche solo l'idea che i videogiochi possano entrare a farne parte rappresenta un bel passo avanti per l'industria.

"Tutto comincia nel definire cosa si intende per sport" ha continuato Pardo "Se è qualcosa che richiede uno sforzo fisico, allora è difficile affermare che i videogiochi siano una disciplina sportiva. Ma osservando sport già inseriti nelle Olimpiadi ho cominciato a dubitare di questa definizione".
Sarebbe poi da valutare la tipologia di giochi da introdurre in un contesto olimpionico. Attualmente i tornei riconosciuti dal CONI sono quelli di FIFA, DOTA 2, League of Legends, Starcraft 2, Hearthstone, Heroes of the Storm, Street Fighter, The King of Fighters e Tekken. Si spazia dalle simulazioni calcistiche agli strategici in tempo reale, dai picchiaduro ai giochi di carte collezionabili.

Videogiochi olimpiadi e-sport

Olimpiadi o meno, gli e-sport stanno diventando sempre più popolari in tutto il mondo. L'ultima stagione del torneo di League of Legends è stata vista da 32 milioni di persone e la finale ha fatto registrare il tutto esaurito allo stadio di Seul da 40.000 posti.
Il torneo mondiale del "rivale" DOTA 2 è invece appena terminato con un montepremi finale di 10 milioni di dollari. Con un premio del genere le squadre di professionisti si allenano anni per arrivare pronte ad affrontare le partite. Perché i videogiochi sono una cosa seria.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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