Nel corso degli ultimi giorni le funzionalità di comunicazione di PlayStation 4 sono finite al centro di un forte dibattito a causa del fatto che, secondo il ministro belga per gli affari interni Jan Jambo, la console di Sony potrebbe essere utilizzata dai terroristi per comunicare. Il problema sarebbe proprio da ricercare nel fatto che le nuove forme di comunicazione offerte dalle console sono così varie da risultare quasi impossibili da tracciare e, allo stesso tempo, poco appetibili da parte delle agenzie. Che in questo modo lasciano il campo potenzialmente libero alle organizzazioni terroristiche. Ma come funzionala chat di PlayStation 4?
Innanzitutto bisogna sottolineare come l'avvento della comunicazione attraverso le piattaforme ludiche non sia nata con l'ultima generazione di console, ma faccia parte del settore da un discreto numero di anni. In breve, la funzionalità principale è quella di poter comunicare con gli altri giocatori attraverso la voce. Una possibilità offerta in due modi: attraverso la chat vocale consentita dai singoli giochi o tramite la funzione "party", cioè un gruppo di giocatori che avvia una conversazione sfruttando il sistema offerto dalla console, andando in questo modo a sostituire la chat dei singoli giochi che limita la possibilità di comunicare, per esempio, tra membri di due squadre diverse.
In questo modo è possibile parlare senza troppi problemi, anche di tematiche "forti". Nel caso di Call of Duty, come in molti giochi di guerra, non ci si stupirebbe più di tanto nel caso in cui si parlasse di armi, bombe o uccisioni: sono termini che fanno parte del mondo fittizio creato dagli sviluppatori. Oltre a questa funzione, PlayStation 4 consente di creare conversazioni scritte tra due o più utenti e di avviare videochiamate attraverso la PlayStation Camera, un accessorio venduto separatamente con il quale creare streaming in diretta che chiunque può seguire, anche privatamente. La funzione di messaggistica istantanea è peraltro accessibile anche da applicazione mobile, dove si ha la possibilità di inviare e ricevere messaggi e pubblicare immagini scattate con la PS Camera o con lo smartphone.
Insomma, l'offerta comunicativa di PlayStation 4 è completa e spazia dal testo alla voce, dalle immagini ai video. Il "problema" sottolineato da Jambo, in questo caso, è che le agenzie governative non hanno né accesso a questi dati né le possibilità di monitoraggio offerte da dispositivi tradizionali come smartphone e computer. Insomma, se davvero i membri dell'Isis utilizzano PlayStation 4 per comunicare – non è stato ancora dimostrato dalle indagini – le agenzie si troverebbero di fronte ad un settore totalmente nuovo ed estremamente difficoltoso da tracciare e profilare. Non tanto per la sicurezza in sé – servizi come WhatsApp sfruttano protezioni ben più efficienti – ma per la scarsa penetrazione dei sistemi di monitoraggio delle agenzie unita ad un bacino d'utenza enorme: 110 milioni di utenti, dei quali 65 milioni attivi.
Come se non bastasse, Forbes sottolinea come al di là dei semplici messaggi di testo o vocali sia possibile comunicare sfruttando gli stessi videogiochi. Per esempio disegnando un piano d'attacco attraverso le monete di Super Mario Maker – per citare un gioco esterno alla piattaforma Sony – per poi condividerlo privatamente con un amico o "scrivendo" una frase – temporanea, perché dopo pochi secondi svanisce – sparando ad un muro in Call of Duty. Metodi che possono sembrare assurdi o irreali, ma che invece sono sensati e attuabili: a maggio un 14enne austriaco è stato condannato a due anni di prigione per aver caricato sul PlayStation Network lo schema di costruzione di una bomba dopo aver avuto contatti con l'Isis.