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20 anni di Super Mario 64, il videogioco che ha reso mainstream le tre dimensioni

Quando il Nintendo 64 arrivò sul mercato ebbe l’ingrato compito di spiegare al mondo le potenzialità del 3D dopo che le due dimensioni avevano rappresentato lo standard per decenni nel settore videoludico. Fu una rivoluzione guidata, come sempre, da Mario.
A cura di Marco Paretti
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Quando il Nintendo 64 arrivò sul mercato ebbe l'ingrato compito di spiegare al mondo le potenzialità del 3D dopo che le due dimensioni avevano rappresentato lo standard per decenni nel settore videoludico. Così, ancora una volta, a tirare le redini dell'industria è stato un piccolo idraulico dal nome italiano, che dal piatto mondo che l'aveva reso famoso si è lanciato verso la terza dimensione generando un titolo che ancora oggi viene riconosciuto come una delle pietre miliari del genere. In Giappone era il 23 giugno, ma in America Super Mario 64 è arrivato solo il 29 settembre 1996, esattamente 20 anni fa.

A pensarci ora potrebbe sembrare un passaggio quasi scontato, eppure due decenni fa non lo era affatto. Nonostante il suo status di leggenda, negli anni '90 Mario era stato messo quasi da parte dal suo nemico storico: Sonic, che a partire dal 1991 aveva convinto un grande numero di giocatori grazie al suo carisma e al suo essere più fresco rispetto all'ormai conosciuto idraulico. Che ormai era clamorosamente vicino alla pensione. Eppure Nintendo continuò a martellare con una notizia: il lancio della nuova console sarebbe stato accompagnato da un nuovo gioco di Mario. O, forse, era il contrario: è il gioco che ha richiesto una nuova console, tanto da ritardarne l'uscita per poter terminare lo sviluppo in tempo.

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Il rapporto tra i due prodotti è così stretto da renderli inseparabili: il Nintendo 64 è Super Mario 64 e viceversa, l'uno l'elemento d'accompagnamento perfetto dell'altro. D'altronde la console della casa di Kyoto puntava proprio ad offrire per la prima volta la possibilità di sviluppare modelli poligonali in 3D su console Nintendo – la tecnologia era già in circolazione da tempo, basti pensare a Doom uscito nel 1993 su PC – e che sfruttassero la levetta analogica posizionata sul pad (dal design decisamente strano e innovativo) anche per muovere la telecamera. Oggi tutto questo può sembrarci ovvio e scontato, ma al tempo il settore stava attraversando un uragano di innovazione paragonabile a quello che ora ha portato in auge la realtà virtuale. Nel 1996, però, questo fenomeno era ancora più marcato: quella di Super Mario 64 era la vera rivoluzione, il futuro dei videogiochi pronto ad essere esplorato liberamente.

Perché Super Mario 64 ha effettivamente portato con sé un'innovazione che solo apparentemente si ferma alla possibilità di muoversi nello spazio tridimensionale, ma si basa prima di tutto sul sapiente sfruttamento di queste meccaniche per proporre una serie di situazioni assolutamente avanguardistiche. Dalle sezioni platform agli enigmi, dai combattimenti alle fasi esplorative che ci hanno portato all'interno di luoghi da sogno, iconici e persino inquietanti. Merito (anche) dell'allora director Shigeru Miyamoto, che negli anni successivi si è distaccato  dallo sviluppo prendendo il ruolo di producer.

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10 milioni sono stati i video giocatori che hanno messo le mani sulle avventure tridimensionali di Mario, fregandosene se la concorrenza proponeva titoli dal look serio come Wipeout o Resident Evil: Nintendo ha sempre saputo offrire proprio queste esperienze colorate senza dover mai ricorrere a ciò che il resto del mondo considerava "cool". Perché Mario lo è sempre stato e probabilmente lo sarà per i prossimi decenni. Come festeggiare, quindi, questi 20 anni? Rigiocandolo su Wii o Wii U, dove è disponibile in versione per Virtual Console per rivivere nuovamente l'esperienza che rivoluzionò i settore dei videogiochi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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