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Vince troppe partite a Call of Duty e si trova la SWAT a casa

Un giovane di New York si è trovato 70 agenti a casa sua in seguito ad una chiamata anonima nella quale veniva denunciato un duplice omicidio. Uno scherzo di cattivo gusto scaturito da una serie di vittorie che hanno infastidito gli avversari.
A cura di Marco Paretti
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Che le partite online non siano sfide da prendere alla leggera lo si è capito da tempo, ma tutta questa competizione spesso scalda un po' troppo gli animi e a volte sfocia in comportamenti decisamente estremi. Una vittoria di troppo e il giocatore sconfitto può perdere la testa, scagliare il controller contro un muro, rompere lo schermo o, come nel caso di un ragazzo di New York, chiamare la polizia per denunciare un finto omicidio a carico del vincente.
È bastata una chiamata al 911 nella quale si denunciava un duplice omicidio in una casa di Long Island per far dispiegare 70 uomini tra forze speciali SWAT, ambulanze e vigili del fuoco, con tanto di elicotteri ed irruzione in casa. Un pesante scherzo che la vittima di 17 anni, Rafael Castillo, ricorderà a lungo. L'unica colpa? Essere troppo bravo con il joypad.

Rafael Castillo si trovava a Long Island in vacanza e stava giocando a Call of Duty, riuscendo ad ottenere una serie di vittorie che hanno cominciato ad infastidire i non proprio sportivi avversari, i quali solo arrivati a minacciare esplicitamente Rafael: "Se non la smetti, ti mando gli SWAT". Le vittorie del giovane non si sono fermate, così come la carneficina virtuale che è andata avanti imperterrita fino a qualche ora dopo, quando casa sua si è trasformata in uno scenario molto simile a quello del videogioco. Un avversario ha infatti contattato la polizia spacciandosi per Rafael e denunciando un duplice omicidio al suo indirizzo: "Mi chiamo Rafael Castillo, ho 17 anni e ho ucciso mia madre e mio fratello, sono armato e ucciderò ancora".

Call of Duty Swat 2

Immediata la risposta delle forze dell'ordine, le quali hanno mobilitato elicotteri, membri della squadra speciale Nassau, ufficiali di polizia, ambulanze e vigili del fuoco. Circa 70 persone pronte ad invadere la casa del povero videogiocatore. La polizia ha persino tentato di chiamare il giovane più volte dall'esterno della casa ma, indossando le cuffie, Rafael non ha sentito nulla e ci sono voluti 20 minuti prima di farlo uscire da camera sua.
Ma una volta sfondata la porta, gli agenti dello SWAT si sono trovati di fronte una normale giornata in famiglia: Rafael stava giocando a Call of Duty e la madre stava guardando la TV. Una scena ben diversa da quella prevista in seguito alla denuncia. "Pensavo fosse scoppiato un incendio" ha affermato al New York Post il fratello di Rafael che, tornando per pranzo, si è trovato davanti uno scenario di guerra.

A questo punto gli agenti avevano ben chiara la situazione e hanno proseguito la ricerca altrove, con l'obiettivo di rintracciare l'origine dello scherzo di cattivo gusto. Con l'aiuto dell'FBI sono sulle tracce dell'autore della telefonata anonima. Le autorità pensano si tratti di un ragazzo particolarmente maligno, ma anche capace: per ottenere la residenza di Rafael, infatti, ha dovuto risalire all'indirizzo IP e poi a quello fisico, elemento che denota una conoscenza informatica notevole.
Questa vicenda non rappresenta però un caso isolato, bensì solo l'ultimo episodio di una moda molto pericolosa dei teenager americani: lo swatting. Le modalità sono molto semplici: si lanciano falsi allarmi e si contano i punti in base a quanti poliziotti intervengono nell'operazione. Una moda che, viste le modalità e l'entusiasmo delle forze dell'ordine americane, rischia di trasformarsi presto in tragedia.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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