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Viaggio sul demoniaco pianeta Marte di Doom

Marte, tra le altre cose, ha spesso fatto da sfondo ad una lunga lista di titoli videoludici. Come Doom, il cui nuovo capitolo arriverà sul mercato il prossimo 13 maggio e catapulterà i giocatori sulla superficie inospitale del pianeta rosso.
A cura di Marco Paretti
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È la prossima frontiera dell'esplorazione spaziale, il protagonista di innumerevoli racconti fantascientifici e il palcoscenico di un'infinità di storie, dai blockbuster hollywoodiani ai film più leggeri. Il pianeta bolscevico e traditor lo chiamava Guzzanti, riferendosi al suo inconfondibile colore rosso. È Marte, che tra le altre cose ha spesso fatto da sfondo ad una lunga lista di titoli videoludici. Come Doom, il cui nuovo capitolo arriverà sul mercato il prossimo 13 maggio e catapulterà i giocatori sulla superficie inospitale del pianeta rosso.

Sul pianeta del gioco non troviamo nessun bolscevico né giovani Freghieri, ma solo tanti demoni infernali che, come da tradizione, vogliono fare la pelle a tutti. Con il semplice "Doom" la serie torna alle origini, proponendo un reboot della saga che punta a mettere nelle mani degli appassionati un titolo dal feeling quanto più possibile simile a quello dei primi due storici episodi. Questa volta, però, il gioco ci farà sbarcare direttamente su Marte e non, come accadeva nei primi capitoli, sulle sue lune.

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"È lo sfondo perfetto che funziona molto bene con il tono e i temi di DOOM per numerose ragioni" spiega a Fanpage.it Marty Stratton, Executive Producer di id Software. "Noi guardiamo sempre al materiale di riferimento traendo ispirazione da film, libri, giochi ed altri media, ma una delle fonti più interessanti e che ci forniscono più informazioni a tal proposito è uno dei nostri ingegneri senior, Travis.  È un vero fan di Marte ed è molto esperto a riguardo. All’inizio del progetto mise insieme una magnifica presentazione per il nostro team, ‘tutto quello che puoi sapere di Marte in un ora', fu molto eccitante e fece da scintilla per numerose idee". D'altronde, come ammette lo stesso Stratton, Marte ha il suo fascino per diversi motivi, in primis per il suo isolamento e poi per il rinnovato interesse nel pianeta scaturito dalle immagini in alta definizione che ci arrivano dalle sonde esplorative.

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"Come molte persone mi sono ritrovato a fissare le immagini di montagne, diavoli di polvere o tramonti fotografati da un Mars rover" continua Stratton. "E mi sono perso nel pensiero che ci sono due golf car che girano su un pianeta completamente diverso dal nostro e (almeno per quanto ne sappiamo) sono completamente sole. C’è una vastità del “nulla” difficile da immaginare, ma che traspare nelle immagini". Il perché dell’ambientazione su Marte di Doom ha origine molti decenni prima dell'inizio del gioco, quando nel bel mezzo di un’esplorazione all’interno del sistema solare la Union Aerospace Corporation (UAC) scopre una misteriosa fonte di energia su Marte: l'energia Argent, apparentemente infinita e pulita. Nel corso degli anni la UAC costruisce gigantesche installazioni su Marte per estrarre, analizzare, studiare e sfruttare l’energia Argent. Quello che non capisce inizialmente è che quest’energia proviene da una frattura attraverso le dimensioni, la nostra e quella dell’inferno. Da cui, ovviamente, escono anche orde di demoni.

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D'altronde cos'è Doom se non "Bruce Lee in uno skatepark con fucile alla mano" come lo definisce lo stesso direttore creativo Hugo Martin? Veloce e frenetico, il gioco punta molto sull'esperienza in singolo concentrandosi particolarmente sul gameplay e sul divertimento che da esso può scaturire. Insomma, la sua sceneggiatura non vincerà l'oscar – e probabilmente ai giocatori non interessa nemmeno – ma garantirà ore di svago senza troppi pensieri. Ma com'è, quindi, il pianeta Marte di Doom? Luminoso, metallico e asettico nelle strutture della UAC, polveroso, rosso e desolato nelle sue pianure infinite e sanguinario, terrificante e misterioso nelle zone demoniache, quelle che ci faranno piovere addosso centinaia di demoni decisamente arrabbiati. Perché, alla fine, Marte sarà anche un pianeta meraviglioso, ma in Doom bisogna sparare. Con cosa? "Il Super Shotgun, la Runa “Saving Throw” (capirete quando giocherete al gioco) e un Doom marine, così che uccida i demoni per me" conclude Stratton.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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