Far esplorare luoghi lontani a chi non ha più la possibilità di viaggiare, magari perché anziano o portatore di handicap. Un'utopia ora possibile grazie alla realtà virtuale e al livello raggiunto da questa tecnologia, il cui utilizzo diventerà sempre più semplice e alla portata di tutti. Dei visori VR abbiamo già parlato nelle scorse settimane; da una parte l'annuncio dello sviluppo di Project Morpheus di Sony e dall'altra quello dell'acquisto di Oculus Rift da parte di Facebook, entrambi segnali di quanto sia diventata importante la realtà virtuale negli ultimi mesi e di quanto lo sarà nei prossimi anni.
Questa importanza deriva dal fatto che la realtà virtuale trova terreno fertile in diversi contesti della nostra vita, non necessariamente solo nel mondo videoludico. Quello di permettere a persone immobilizzate di esplorare il mondo è però uno degli aspetti più interessanti di questa tecnologia, che trova nella storia di Priscilla Firstenberg, artista dell'industria videoludica, una toccante dimostrazione.
Sua nonna Roberta è malata di cancro e col tempo è diventata troppo debole per uscire di casa e persino per camminare nel suo cortile. Quando l'anziana comincia a peggiorare, la nipote affronta una discussione con alcuni colleghi sviluppatori sui sistemi di nuova generazione, compreso Oculus Rift. Ne nasce l'idea di contattare l'azienda e richiedere un kit, richiesta alla quale Oculus risponde in tempi brevi e con una decisione unanime: vogliono inviarle un kit. "Sfortunatamente non possiamo inviarti una nuova unità perché stiamo ancora smaltendo la coda dei vecchi ordini, ma abbiamo appena ricevuto alcune unità che avevano prestato" ha risposto Kevin Crawford, responsabile del customer service di Oculus "Mantenendo intatto lo spirito di questi particolari Rift, ha senso prestare un'unità ad un altro sviluppatore".
Utilizzando la demo della Toscana di Oculus Rift – la quale permette di visitare virtualmente un'italianissima villa – Roberta ha potuto osservare le bellezze naturali e camminare tranquillamente in giro per il mondo virtuale, senza impedimenti dovuti alla sua malattia. La demo di Street View le ha invece permesso di guardare una sua vecchia foto nella quale era stata immortalata da una Google Car anni prima.
Priscilla stava inoltre lavorando ad un'esperienza virtuale specificatamente dedicata alla nonna che avrebbe incluso cascate, farfalle e una foresta. Purtroppo le condizioni dell'anziana sono peggiorate e, dopo sole quattro settimane dal primo test con Oculus, se n'è andata lasciando un enorme vuoto nella nipote.
Nei commenti al video di Roberta un utente racconta di come ha portato Oculus Rift nelle case di riposo per piloti veterani, rendendoli in grado di volare ancora tramite la realtà virtuale. Questi sono solo esempi di come questa tecnologia possa essere utilizzata per aiutare le persone con gravi deficit, di come un semplice paio di occhiali possa dare sollievo in situazioni terminali. I giocatori hanno sognato per anni di immergersi in mondi virtuali grazie a periferiche come questa, ma l'esperienza di Roberta apre scenari ben più profondi. Stiamo solo cominciando ad esplorare i possibili utilizzi della realtà virtuale, ma storie come quella di Roberta e Priscilla ci fanno sperare in qualcosa di magnifico.