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Opinioni

Track & Field, il videogioco che portò le olimpiadi su console e PC

Lanciato nel 1983, approdò inizialmente nei cabinati presenti nelle sale giochi, dove riscosse subito un grande successo anche in virtù della grafica estremamente avanzata e la possibilità di sfidare un amico.
A cura di Marco Paretti
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Non solo giochi olimpici ma anche videogiochi olimpici. Un binomio che prosegue ormai da trent'anni e che ha portato la maggior parte delle discipline olimpiche sul piccolo schermo di casa, tra pixel, joystick e console di vecchia e nuova generazione. Oggi i videogiochi dedicati alle olimpiadi – ce ne sono diversi, fedeli o meno alla realtà – si basano su una potenza di calcolo inarrivabile negli anni '80 e propongono sfide dal look estremamente realistico (i giochi ufficiali delle olimpiadi, per esempio) o stereotipato, come quello offerto dalla serie Mario e Sonic ai giochi olimpici. Tutto è però nato trent'anni fa con un titolo di Microsoft poi ripreso da Konami.

Si chiamava Microsoft Decathlon e, nel 1981, trasportò per la prima volta i possessori di Apple II e Ibm nel mondo dei giochi olimpici. Lo fece in maniera piuttosto basilare: uno sfondo completamente nero e personaggi composti da pochi pixel, com'era consuetudine al tempo viste le potenzialità limitate delle console. A rivoluzionare davvero i videogiochi sportivi legati alle discipline olimpiche è stata Konami con Track & Field, uno dei titoli più conosciuti della storia del settore videoludico. Lanciato nel 1983, approdò inizialmente nei cabinati presenti nelle sale giochi, dove riscosse subito un grande successo anche in virtù della grafica estremamente avanzata, soprattutto se paragonata a quella del titolo di Microsoft.

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Track & Field era colorato, con personaggi riconoscibili e sfondi ispirati alla realtà. Certo, riguardarlo oggi fa quasi ridere, ma al tempo l'impatto iniziale fu incredibile. Ma l'aspetto visivo non era il punto forte del gioco: la proposta di Konami consentiva infatti a due giocatori di sfidarsi alle varie discipline olimpiche presenti, sei in tutto: 100 metri, salto in lungo, lancio del giavellotto, 110 metri ad ostacoli, lancio del martello e salto in alto. Negli anni raggiunse anche PC e console casalinghe, tra cui Apple II, Atari 2600, Atari 8-bit, NES e GameBoy. I comandi erano semplici e, di fatto, chiedevano ai giocatori di premere ripetutamente due pulsanti.

Da quegli anni i videogiochi sulle Olimpiadi si sono evoluti fino a raggiungere una qualità visiva nettamente superiore, nonostante non siano mai stati considerati tra i titoli più accattivanti presenti sul mercato, come da tradizione per la maggior parte dei videogiochi su licenza. Tanto che, nonostante il rilascio di software ufficiali delle Olimpiadi fin dal 1992, nessuno ha mai avuto il successo dei titoli degli anni '80. Le tre dimensioni arrivarono comunque sempre per mano di Konami nel 1998, con un gioco dedicato alle invernali di Nagano. Poi sono arrivate le variazioni, come quella proposta da Mario e Sonic ai giochi olimpici, che, in piena tradizione greca, lasciavano ogni diatriba – tra i due personaggi di Nintendo e Sega c'è una sorta di "rivalità" storica – in favore della competizione sportiva. Lo faranno anche con i giochi di Rio, con un capitolo dedicato. Per chi sogna ancora gli 8-bit, invece, Sports Hero è la soluzione perfetta: disponibile gratuitamente per smartphone e tablet, ripropone lo stile di Track & Field su dispositivi di ultima generazione.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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