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Opinioni

The Order 1886, i cavalieri della tavola rotonda nella Londra vittoriana

The Order 1886 trasporta i giocatori nella Londra vittoriana, immergendoli in una storia che si ispira al ciclo arturiano e alla letteratura moderna. Un titolo caratterizzato da un comparto tecnico magnifico e da una narrazione all’avanguardia. E che ha un cuore italiano: Andrea Pessino, co-fondatore di Ready at Dawn.
A cura di Marco Paretti
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the order 1886 recensione

Una leggera nebbia copre la Londra vittoriana. Alcuni dirigibili pattugliano i cieli della città, mentre per le strade si aggirano poliziotti, delinquenti e cavalieri. Siamo nel 1886, in una versione alternativa del nostro diciannovesimo secolo. L'ordine dei cavalieri di Re Artù esiste ancora e da secoli combatte una minaccia mortale: i mezzosangue, creature simili a licantropi che uccidono e devastano la città inglese. Per contrastarli i cavalieri – che prendono i nomi degli originali pur essendo solo "eredi" – devono utilizzare il Santo Graal e il liquido che esso produce: la linfa nera, un elisir in grado di risanare le ferite e allungare la vita di una persona. Senza per questo renderla immortale. È l'incipit di The Order 1886, l'ultima grande esclusiva di Sony per Playstation 4. Delle premesse decisamente interessanti, che rischiano di perdersi in un gioco non all'altezza. Ma è davvero così?

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Analizzare The Order non è semplice e richiede una suddivisione ben precisa dei punti chiave che lo caratterizzano: narrazione, comparto tecnico e gameplay. La prima rappresenta sicuramente uno dei componenti più interessanti: la storia si ispira a fatti reali – la città è la Londra vittoriana che tutti conosciamo e sono presenti personaggi come Tesla e Jack lo Squartatore – ma viene condita da elementi immaginari: dirigibili che pattugliano i cieli, armi ad energia elettrica e strane pozioni in grado di allungare la vita dei cavalieri per secoli. Impossibile non notare la contaminazione steampunk che, sebbene sia evidente, non risulta comunque eccessiva. L'integrazione di reale e irreale è un pregio che va riconosciuto ai ragazzi di Ready at Dawn, tutto in The Order sembra essere al suo posto; anche quando si parla di oggetti o avvenimenti chiaramente inventati di sana pianta, essi si collocano così bene nel mondo di gioco da amalgamarsi perfettamente con il resto dell'atmosfera. Un elemento che contribuisce inoltre alla continuità che caratterizza l'azione di gioco: nessuno stacco e nessun caricamento separano i filmati dalle sezioni nelle quali controlliamo Sir Galahad, il protagonista di The Order. Ciò permette di immergersi senza soluzione di continuità nelle vicende del gioco, empatizzando con i protagonisti e lasciandosi trascinare dai vorticosi avvenimenti.

"All'interno dello studio sono presenti diverse persone specializzate in cinematografia e filmaking" ha raccontato a Fanpage.it Andrea Pessino, co-fondatore di Ready at Dawn "Una delle cose che hanno subito sottolineato è che ci sono alcuni aspetti legati alle tecniche cinematografiche talmente importanti che la loro assenza provoca una reazione estetica diversa. Quando è arrivato il digitale, per esempio, la gente è rimasta quasi infastidita: mancavano difetti della pellicola, distorsioni della lente e così via". Un'attenzione che, in The Order, risulta chiara fin da subito. Le immagini sono "sporche", la grana digitale – la stessa che caratterizzava i "vecchi" film su 35mm – è presente in tutte le inquadrature, i movimenti di camera sono chiaramente ispirati al mondo del cinema e l'immagine è tagliata secondo il rapporto d'aspetto 21:9. Quest'ultimo è un elemento necessario sia per dare un senso ancor più marcato di cinematograficità sia per permettere di ottenere una spinta sotto il profilo tecnico. "Il cervello tende a processare meglio le immagini orizzontali rispetto a quelle verticali. È la stessa ragione per cui nel settore cinematografico i film sono diventati sempre più allungati" ha continuato Pessino "Fin dall'inizio abbiamo cercato di capire se applicare questi principi ad un gioco potesse avere lo stesso risultato".

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In questo il comparto tecnico risulta semplicemente meraviglioso. L'impatto visivo con The Order è spiazzante e, attualmente, è probabile che si tratti del titolo più bello disponibile per console di nuova generazione. Il sistema di illuminazione crea effetti di luce in tutta la città, rendendo vive le grandi strade di Londra e i piccoli vicoli che separano i maestosi edifici. I modelli poligonali dei personaggi risultano solidi e incredibilmente dettagliati; basti pensare che l'illuminazione sulla pelle viene processata in base alla profondità dei pori e all'inclinazione con cui la luce colpisce il personaggio. Gli effetti volumetrici, in particolare quelli legati al fumo, sono incredibili, così come lo sono quelli particellari che rendono l'utilizzo delle armi da fuoco uno spettacolo per gli occhi. La storia, infine, ci farà viaggiare tra edifici vittoriani, metropolitane in costruzione, cantieri navali e dirigibili, senza mai far cedere di un passo l'immenso motore grafico in grado di rendere ogni elemento vibrante ed estremamente vivo. Inutile girarci intorno: visivamente The Order 1886 è magnifico sotto ogni aspetto. Ottimo anche il comparto audio, in grado di accompagnare degnamente le avventure di Galahad e degli altri cavalieri. "L'aspetto sonoro è uno degli elementi che mi sono più cari di questo gioco. Abbiamo collaborato con Jason Graves, già responsabile delle musiche di Dead Space, e Austin Wintory, autore della colonna sonora di Journey. Sono musicisti incredibili, abbiamo passato giornate intere a parlare di musica" ha raccontato a Fanpage.it Pessino, che alle spalle ha una formazione musicale accademica "Hanno creato un'impronta musicale personale per The Order e alla fine l'intera partitura è stata registrato ad Abbey Road da una grande orchestra. Non ci sono violini e ottoni, solo strumenti bassi come viole, controfagotti e contrabbassi e un coro di 24 tenori, baritoni e bassi profondi. Il risultato è una colonna sonora incredibile".

Tecnicamente The Order è quindi un piccolo gioiello. Dove cede il passo, però, è proprio nelle sequenze di gioco vero e proprio. Il titolo di Ready at Dawn è uno sparatutto in terza persona che, secondo gli stessi sviluppatori, si ispira a pietre miliari come Uncharted e Gears of War. Ma che fallisce nel proporre qualcosa di veramente innovativo e unico nel panorama videoludico attuale. L'avventura di Galahad diverte e intrattiene, ma nel gameplay manca quella scintilla che invece è presente sotto il profilo artistico, nonostante le armi "alternative" di Tesla contribuiscano a gettare un po' di pepe nel prodotto. Lo si nota parlando anche a Pessino, che sotto i grandi muscoli cela un enorme cuore artistico e parla con passione di un prodotto che, di fatto, rappresenta il primo grande progetto del suo studio. "Lo sviluppo di tutti i giochi è difficile. Ovviamente qui ci sono stati diversi elementi aggiuntivi rispetto al passato: creare una nuova IP è un'enorme mole di lavoro" ha commentato Pessino "Siamo partiti da zero creando una nuova tecnologia e un nuovo gameplay. Eravamo circa 65 persone prima dell'inizio dello sviluppo e siamo dovuti crescere fino a 130 e passa per The Order, una crescita difficilissima per un team come il nostro. È stata dura, ma speriamo di aver imparato la nostra lezione".

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Una narrazione di buon livello, un ottimo comparto tecnico e un gameplay un po' insipido. L'avventura di The Order si termina in circa 7-8 ore e non offre molti elementi di rigiocabilità o legati a missioni secondarie, se non per la raccolta di collezionabili. Vale la pena di essere giocato? Sì, perché al netto di tutto The Order rappresenta un prodotto forse non perfetto ma notevole, confezionato con una cura certosina che forse avrebbe dovuto concentrarsi un po' di più sull'aspetto videoludico oltre che su quello artistico. I momenti finali del gioco suggeriscono chiaramente l'idea di un seguito, che allo stato attuale delle cose diventerebbe estremamente interessante. Se questo diverrà realtà, però, sarà solo Sony deciderlo. The Order 1886 è disponibile per Playstation 4.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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