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Opinioni

Nintendo dice no ai matrimoni gay in Tomodachi Life. Immediata la polemica della comunità LGBT: “Vogliamo sposarci”

Nintendo ha compiuto una scelta infelice nei confronti della comunità LGBT, eliminando dal suo Tomodachi Life la possibilità di avere relazioni omosessuali. La reazione è stata immediata ed ora tutti i videogiocatori chiedono una risposta da parte dell’azienda giapponese.
A cura di Marco Paretti
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"Nintendo non ha mai voluto fare nessuna forma di giudizio sociale con il lancio di Tomodachi Life, le relazioni presenti nel gioco si collocano all'interno di un giocoso mondo alternativo e non in una simulazione di vita reale. Speriamo che tutti i nostri fan guardino Tomodachi Life come un gioco estroso ed eccentrico, da parte nostra non c'era nessuna intenzione di fare qualche sorta di critica sociale."
Con questo breve comunicato Nintendo sceglie la parte sbagliata della barricata, continuando a considerare le relazioni omosessuali nel suo nuovo gioco Tomodachi Life – una sorta di simulatore di vita molto edulcorato – come dei semplici errori di programmazione. Ma facciamo un passo indietro.

Tomodachi Life è uscito per Nintendo 3DS nel corso del 2013 in Giappone, dove ha avuto un successo notevole, grazie anche alla particolare apertura dei giocatori verso esperienze di questo tipo. Il gioco permette di gestire la vita di un'isola virtuale all'interno della quale vivono i Mii dei nostri amici e conoscenti, i quali vagabondano e interagiscono in modi spesso divertenti. Un grande successo, fino a quando un utente ha scoperto un bug nel gioco: sfruttando un errore di programmazione era possibile far innamorare e sposare due Mii dello stesso sesso. Apriti cielo. La rete viene letteralmente invasa da immagini di coppie gay accompagnate dall'hashtag #Homokore, l'omosessualità era diventata un glitch, un errore.
Nintendo, in evidente difficoltà, rilascia una patch che risolve il problema ma, conscia del terreno pericoloso sul quale si sta muovendo, non la rende obbligatoria: "Se la volete eccola qua, altrimenti continuate a giocare con la versione buggata". Il primo grande errore, che peraltro ne solleva molti altri visto che la patch rende quasi inutilizzabile il gioco; perdita di salvataggi, crash e messaggi d'errore sono all'ordine del giorno. Da notare anche che nei comunicati stampa diramati non si parla mai di rapporti omosessuali, ma di rapporti "strani". Sembra quasi che per Nintendo l'omosessualità sia un vero e proprio tabù.
Quando fu annunciata l'uscita di Tomodachi Life in occidente, i videogiocatori erano ormai sul chi va là e, in risposta alla campagna #MiiQuality lanciata da GayGamer.net, Nintendo ha diramato il breve comunicato che apre questo articolo.

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Comunicato che, in maniera molto semplice, sottintende questo: a Nintendo non interessano i gay, le lesbiche e i bisessuali. Ma alla comunità LGBT sicuramente interessa Tomodachi Life.
Il conservatorismo culturale di Nintendo è sempre risultato frustrante e fuori luogo se comparato con l'innovazione creativa portata costantemente avanti dall'azienda giapponese, ma ora la dissonanza tra questi due aspetti è diventata insopportabile. Il comunicato di Nintendo provoca solo amarezza e timore; come può una società che per anni ha cambiato il modo in cui giochiamo non essere in grado di cambiare il suo modo di vedere i giocatori?
Le relazioni omosessuali sono una vera e propria realtà culturale. Nel corso dello scorso anno i matrimoni tra coppie gay sono stati più di 70.000 solo negli USA, definire l'esclusione di queste persone – più le coppie omosessuali non sposate – un "giocoso mondo alternativo" è offensivo e preoccupante allo stesso tempo. Il non includere questi rapporti nel gioco, inoltre, rappresenta a tutti gli effetti un giudizio sociale, che Nintendo lo voglia o no.

Costruendo una realtà alternativa in Tomodachi Life che elimina esplicitamente tutte le relazioni indesiderate, Nintendo preclude il piacere di giocare ad una grossa fetta di videogiocatori. L'esclusione non è divertente, soprattutto considerato il fatto che le realtà virtuali dovrebbero rappresentare dei "rifugi" contro i pregiudizi della vita reale. Non un modo per far semplicemente scomparire una parte di popolazione. Nintendo ha sicuramente creato un vero simulatore di vita reale, solo che è stata piuttosto selettiva su quali aspetti della vita simulare.
Rispondere che Tomodachi Life non è un simulatore mostra semplicemente la codardia di Nintendo nel gestire la questione, rinnegando la premessa del gioco per giustificare il rifiuto di mostrare gli elementi "scomodi" della realtà. Oggi Nintendo ha fatto la sua scelta, una scelta che mostra dei lati oscuri impossibili da ignorare. È tempo che l'azienda tenga fede alla sua reputazione di innovatrice e scelga differentemente. Facendolo, questa volta, in maniera cosciente.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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