Lanciato il 21 aprile 1989 in Giappone, il Game Boy non è stata la prima console portatile della storia – lo scettro va al Microvision – ma di sicuro è stata quella che si è imposta con più forza sul mercato, diventando un vero e proprio fenomeno culturale al pari della PlayStation. Il dispositivo era molto semplice: uno schermo dalla colorazione verdognola, sei tasti e una croce direzionale. Il Game Boy è stato un successo istantaneo. Le vendite sono decollate fin da subito e ad oggi risulta essere ancora la terza console più venduta della storia dell'industria videoludica. Sono ormai passati 25 anni dall'arrivo sul mercato della console, siete sicuri di ricordarvi ancora tutte le caratteristiche che lo hanno reso una leggenda?
In questo caso si può parlare della prima killer application della storia videoludica, un software in grado non solo di catturare l'attenzione dei videogiocatori ma anche di guidare le vendite di una console. Portandole alle stelle. Tetris è stato un vero e proprio asso nella manica per Nintendo e ha permesso al Game Boy di entrare nelle case di milioni di giocatori. Grazie al bundle che conteneva console e gioco, creato in occasione dell'uscita americana, Nintendo riuscì a vendere 30 milioni di copie. Era l'inizio di una leggenda.
Ebbene sì, il Game Boy aveva una fotocamera. Nel 1998 Nintendo ha commercializzato una cartuccia "allungata" che culminava in una fotocamera tonda ruotabile a 180 gradi. Questa periferica era in grado di scattare fotografie in bianco e nero ad una risoluzione di 256×224 e permetteva di accedere a tre funzionalità diverse. La prima consentiva di scattare fotografie, con e senza effetti particolari come lo specchio o la distorsione; la modalità di visualizzazione permetteva agli utenti di guardare le foto contenute nella memoria (massimo 30); mentre la modalità gioco consentiva di giocare ad alcuni minigiochi aventi come protagoniste le nostre fotografie. La Game Boy Camera fu utilizzata per scattare l'immagine di copertina dell'album Silver & Gold di Neil Young.
Legata alla Game Boy Camera, questa piccola stampante utilizzava l'inchiostro termico per stampare le fotografie scattate tramite la console. Anch'essa fu commercializzata nel 1998 e rimase disponibile fino al 2003. Funzionava con sei batterie AA (un dramma all'epoca) e utilizzava degli speciali rotoli di carta, ora non più in commercio. Se però possedete una Game Boy Printer e vorreste farla funzionare di nuovo, vi basterà acquistare un rotolo di carta per i terminali POS e tagliarlo nella misura corretta: 3,8 centimetri.
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La periferica più ambita, soprattutto dopo l'uscita di Pokémon Blu e Rosso. Questo accessorio consentiva il trasferimento di alcuni dati tra una console e l'altra, permettendo, per esempio, lo scambio dei Pokémon con gli amici. Inoltre, alcuni titoli permettevano di giocare in multiplayer fino a quattro persone. In quest'ultimo caso, però, era necessario possedere quattro cavi e uno speciale sdoppiatore. Nel corso degli anni il Game Link ha subito quattro variazioni, l'ultima delle quali ha interessato il Game Boy Micro. Dopodiché i cavi erano ormai cosa vecchia e Nintendo è passata al collegamento senza fili.
Il leggendario Game Boy è uno solo, ma negli anni la console ha subito diversi aggiornamenti e rivisitazioni. La prima è stata il Game Boy Pocket, una versione dalle dimensioni ridotte; per poi passare al Game Boy Light, rilasciato solo in Giappone e con schermo retroilluminato; e infine il Game Boy Color, con schermo a colori. In seguito sono arrivati il Game Boy Advance, il Game Boy Advance SP e il Game Boy Micro, che ha segnato la fine del brand e l'inizio di quello del Nintendo DS.
Il Game Boy sfruttava uno schermo LCD che, nonostante in teoria dovesse mostrare immagini in bianco e nero, raffigurava immagini fortemente tendenti al verdognolo. Questo perché, in seguito a diversi test, Nintendo ha appurato che uno sfondo verde offriva un contrasto maggiore con le immagini in sovrimpressione anche in presenza di scarsa illuminazione. Un elemento che si è rivelato fondamentale per il suo successo commerciale: se il Game Boy poteva contare su un prezzo concorrenziale, dovuto all'utilizzo di tecnologie non proprio all'avanguardia, lo stesso non si poteva dire per i suoi concorrenti – su tutti l'Atari Lynx e il Sega Gamegear – che infatti, nonostante gli schermi migliori, fallirono in poco tempo.
Ebbene sì, il Game Boy è stata la prima console ad andare nello spazio. Lo ha fatto insieme a Aleksandr Serebrov, un astronauta russo che nel 1993 portò la console a bordo della MIR, la stazione spaziale russa dismessa nel 2001. "Come tutti gli astronauti, mi piace fare sport. In particolare mi piacciono il calcio e il nuoto" ha scritto Serebrov in una nota pubblicata dopo il suo ritorno sulla terra "Durante il volo, nei rari minuti di piacere, mi sono divertito a giocare con il Game Boy".