Lavorare nell'industria videoludica è il sogno di moltissimi sviluppatori, un gran numero di giovani ragazzi che purtroppo si ritrovano in un contesto, quello italiano, molto forte dal punto di vista della fruizione di opere digitali – siamo il quinto mercato in Europa – ma povero da quello dello sviluppo.
Sono infatti pochi, pochissimi gli studios che si occupano di videogiochi nel bel paese, con la sola Milestone a svettare nel panorama italiano come grande azienda e qualche sviluppatore indipendente – Ovosonico su tutti – ad aver raggiunto una discreta fama. Siamo quindi una realtà di nicchia nella produzione di opere videoludiche, ma non a causa della mancanza della forza lavoro o della buona volontà dei giovani sviluppatori. Manca piuttosto un adeguato supporto e, soprattutto, un vero riconoscimento della professione e dell'importanza del settore videoludico nell'economia di una nazione. La Polonia, per esempio, l'ha capito ormai da tempo e così anche gli USA. L'Italia, invece, fatica a riconoscere le possibilità economiche che possono nascere da un settore ben sviluppato e persino sul fronte educativo l'offerta è davvero bassa. Ora, grazie all'Università Statale di Milano, le cose potrebbero prendere finalmente una piega positiva.
Ispirata dal momento storico particolarmente propizio per gli sviluppatori indipendenti, ai quali si stanno aprendo nuove opportunità sia sul fronte mobile sia su quello delle console, l'Università di Milano ha segnalato esplicitamente la necessità di vedere attivato un percorso formativo che miri a colmare la carenza di preparazione specifica che caratterizza il nostro paese.
L'obiettivo del corso – denominato semplicemente "Videogame" – è quindi quello di formare figure adatte a inserirsi nel settore dell'intrattenimento videoludico, fornendo gli strumenti concettuali, metodologici, progettuali e applicativi necessari ad affrontare e risolvere le sfide poste dallo sviluppo di videogiochi. Il corso prevede due indirizzi principali destinati alla formazione di due figure professionali separate ma unite da un unico comune denominatore: i videogiochi. I giovani che vorranno mettersi alla prova con la Laurea Magistrale avranno la possibilità di scegliere tra gli indirizzi "Progettazione di videogiochi" (Game Design) o "Programmazione di Videogiochi" (Game Programming).
Nel primo caso la formazione è focalizzata sullo sviluppo delle competenze di area informatica tipicamente richieste ad un designer di videogiochi, come la conoscenza degli elementi caratteristici di un gioco e la capacità di progettare l'interazione tra giocatore e ambiente. Nel caso del programmatore, invece, il corso punta sullo sviluppo di competenze in campo ingegneristico e software.
In entrambi i casi, grazie a una formazione specializzata ma non verticale solo su aspetti ludici, i futuri laureati potranno facilmente collocarsi anche in altri ambiti, come ad esempio la gestione del contenuti multimediali, la progettazione dei servizi web e lo sviluppo di applicazioni mobili. Il piano formativo prevederà comunque un nucleo comune di insegnamenti, ritenuti fondamentali per poter acquisire una preparazione adatta all'insegnamento nel settore videoludico.
Al termine dei corsi di laurea è prevista la pubblicazione dei progetti e delle tesi sviluppati dagli studenti durante l'evento New Game Designer promosso dal PONG, Playlab fOr inNovation in Games. L'incontro prevede che una giuria composta da stampa, operatori ed esperti del settore esprima un giudizio sui lavori degli studenti.
Il corso di Laurea Magistrale sarà attivo dal prossimo anno accademico presso l'Università Statale di Milano.