"Prima i compiti!" Quante volte vi sarete sentiti ripetere questa frase (o l'avete ripetuta ai vostri figli) negli ultimi anni? I videogiochi sono un piacere, ma spesso devono alternarsi con lo studio, il lavoro e la scuola. Visto l'interesse maggiore di una grossa fetta di ragazzi nei videogiochi – e le innumerevoli possibilità offerte dai sistemi d'intrattenimento odierni – era inevitabile che i genitori chiedessero a gran voce strumenti utili per limitare le ore di gioco e i contenuti accessibili ai propri figli. E per fargli fare questi benedetti compiti.
Se però oggi abbiamo diverse opzioni offerte dagli stessi software delle console – possiamo decidere un tot di ore giornaliere, escludere contenuti precisi, bloccare giochi violenti, etc – un tempo non era sicuramente così. Stiamo parlando dei tempi in cui le console si accendevano, accoglievano la cartuccia del gioco e ci facevano giocare. Nessun aggiornamento, nessuna dashboard e nessun problema. Ma anche nessun parental control.
I videogiochi, anche al tempo, rubavano però ore di studio ai figli delle madri disperate che proprio non capivano cosa fosse quella scatola grigia posizionata sotto il televisore. Per questo, in mancanza di strumenti software, sono arrivati quelli fisici. Homework First – prima i compiti, appunto – è il nome di uno speciale lucchetto destinato al NES, la prima console casalinga di Nintendo, con il quale bloccare fisicamente la possibilità di giocare ai videogiochi.
Come i videogiocatori più attempati sapranno, il NES possedeva un piccolo cassetto con uno sportellino da alzare per poter inserire le varie cartucce. Il lucchetto agisce proprio su questa parte della console, andando incastrarsi tra lo sportellino e la base del NES e bloccando la possibilità di inserire fisicamente le cartucce, il tutto reso sicuro da un codice.
"Il particolare oggetto è stato inventato da Tom Lowe, presidente di Safe Care" si legge in un articolo di Entertainment Weekly pubblicato nel 1990 "L'idea è arrivata dopo aver appreso che il figlio 14enne di un amico aveva passato tutta la notte a giocare al posto di studiare per gli esami finali. Homeworks Firs ha ricevuto donazioni da un pediatra e dal Consiglio per la televisione e i media per bambini".
Nintendo si è subito dissociata dall'oggetto, ma secondo Lowe ne furono venduti ben 25.000 esemplari tramite i negozi di giocatori e le vendite telefoniche. Sono ancora più incredibili le parole utilizzate per pubblicizzare questo inusuale oggetto: "Per prevenire la cosiddetta Nintendonitis – un comportamento irritabile ed ossessivo – la Safe Care Products Inc. sta vendendo Homework First, un lucchetto per il NES che blocca l'apertura del vano per le cartucce". Era l'alba dell'era videoludica, ma i videogiochi erano già considerati quasi alla stregua di una malattia: la Nintendonitis. Per fortuna poi siamo andati oltre. O no?