Che Halo 5 rappresenti qualcosa di nuovo per la serie è chiaro nei primi minuti di gioco. Basta il filmato d'introduzione per capire che la saga ha preso una strada diversa, ancora più audace e decisa rispetto a quanto visto finora negli otto episodi – principali e non – della storia di Master Chief e degli spartan. Lo si capisce dall'impostazione della regia, dalla scelta di un inizio così concitato e dalle nuove meccaniche che, inevitabilmente, investono i giocatori nei primi attimi di gioco. Halo 5: Guardians ha il pregio di riuscire a rinnovare la serie nei punti giusti, non cedendo al rischio di scadere nel già visto adagiandosi su una saga che, ad oggi, è tra le più rappresentative dell'ecosistema Xbox.
Merito anche e soprattutto dei ragazzi di 343 Industries, che il franchise creato da Bungie non solo l'hanno raccolto con reverenziale cautela, ma l'hanno rifinito e valorizzato come difficilmente si vede nel settore videoludico. Lo hanno dimostrato con la Master Chief Colletion prima e con Halo 4 poi; lo studio di sviluppo statunitense non ha semplicemente continuato sull'ottima strada intrapresa da Bungie, ma è riuscito a rendere Halo qualcosa di ancor più rilevante nel panorama attuale, calcando la mano su elementi innovativi senza snaturare la natura della serie. In questo capitolo l'approccio diverso lo si vede nella narrazione ed è chiaro fin da subito: Master Chief non è più l'unico spartan e, anzi, viene considerato un fuggiasco da rintracciare e catturare. L'ingrato compito spetta a Locke, uno spartan che i più attenti riconosceranno come il protagonista della serie Nightfall, dove è stato interpretato dall'attore Mike Colter.
Questo dualismo che ormai abbiamo imparato a conoscere attraverso la martellante campagna pubblicitaria è rimarcato ulteriormente dai due team di spartan che accompagnano i protagonisti: Osiris per Locke e squadra blu per Chief, entrambi composti da tre elementi. Un cambiamento che va ovviamente ad abbattere l'unicità di Master Chief in favore di un'apertura a quello che era il background pre-Reach e pre-invasione degli alieni Covenant, l'evento che nella storia della serie ha segnato la fine dell'esistenza degli spartan. Una scelta che ha comportato anche un riavvicinamento al mondo portato avanti da libri, cortometraggi e fumetti legati ad Halo, dove gli spartan erano delle vere e proprie macchine da guerra estremamente efficienti. Non bisogna stupirsi, quindi, se nel filmato iniziale la squadra di Locke agisce come un piccolo esercito: è proprio così che l'immaginario della serie vede i super soldati di cui Chief fa parte.
Si va così a creare la "caccia alla verità" tanto pubblicizzata, che altro non è se non la rincorsa disperata di Locke a Master Chief, il quale allo stesso tempo è alla ricerca di una Cortana sempre più misteriosa e indecifrabile. La narrazione qui è forse ai massimi livelli per la serie, sia quando si parla di regia che di ritmo, sempre incalzante ed estremamente azzeccato. Una novità davvero evidente che dona al mondo di Halo ulteriore spessore e va a generare una storia accattivante e in grado di rappresentare un ottimo trampolino per una conclusione che si prospetta epica. È altrettanto vero che il finale di questo episodio arriva forse un po' troppo in fretta – circa 6 ore per completare l'avventura – ed effettivamente qua e là sono presenti elementi non al passo con il resto. Quando si parla delle due squadre, per esempio, è impossibile non notare la scarsa caratterizzazione dei personaggi al di fuori di Chief e Locke; un elemento evidente soprattutto guardando al team blu, del quale non si vedono nemmeno i volti e sui cui membri ci si sofferma raramente.
Al di là di questi piccoli intoppi, però, il gioco funziona alla grande. Lo fa, soprattutto, nelle nuove meccaniche basate sulle armature, che dopo un periodo di adattamento garantiscono grandi soddisfazioni per i giocatori. Prima di tutto per la possibilità di effettuare sprint in ogni direzione, ma anche per l'abilità di mirare in volo restando sospesi per qualche momento e la spallata potenziata in grado di abbattere porte e nemici. Ottimo anche il rinnovato sistema di mira, che ora offre finalmente dei mirini utili che vanno ad integrarsi ottimamente con il nuovo design delle armi. Armeria mai così ricca: tra dispositivi umani, covenant e dei precursori la scelta è davvero ampia. E per i momenti più difficili l'introduzione del supporto dei tre compagni spartan è una vera e propria manna dal cielo: grazie al D-Pad è possibile impartire ordini, controllare i movimenti e chiedere aiuto nel momento in cui veniamo abbattuti dai nemici. Insomma, pad alla mano Halo 5 convince anche i più appassionati della saga, con peraltro il pregio di non appesantire troppo le meccaniche di gioco pur proponendo molte novità, a patto di concedere qualche momento per imparare le nuove mosse.
Stupisce anche il lato tecnico, qui davvero a livelli altissimi. D'altronde Halo è sempre stata una serie in grado di proporre un comparto artistico di rilievo e mai banale, caratterizzato da ottime performance del motore grafico che rendono il tutto ancora più godibile. In Halo 5 questo trend continua e va a sfruttare pesantemente le nuove possibilità offerte da Xbox One, mettendo davanti ai giocatori mondi sempre ricchi e curati, nemici in quantità e senza mai schiodarsi dai 60 frame per secondo. Da vedere Halo 5 è incredibile, non solo per il colpo d'occhio di alcuni scorci ma anche per la quantità di elementi a schermo tra nemici, esplosioni, mezzi di trasporto ed effetti particellari che avvolgono ogni cosa.
Per quanto riguarda il multigiocatore, vero punto cardine dell'esperienza di Halo, questo episodio va a proporre un concetto leggermente diverso rispetto a quanto fatto dai precedenti capitoli della serie. Innanzitutto per l'approccio fortemente rivolto agli e-sport, sia dal punto di vista della presentazione che da quello dell'impostazione dell'infrastruttura che accompagna la progressione dei giocatori. Non a caso Microsoft ha annunciato un campionato del mondo con un montepremi totale di oltre 1 milione di dollari. In questo caso la modalità si divide fondamentalmente nell'Arena, caratterizzata da mappe chiuse e maggiormente incentrate sugli scontri di piccole dimensioni, e la Warzone, più focalizzata su veicoli e grandi battaglie contro altri giocatori e nemici controllati dall'IA.
Halo 5 è innegabilmente un capitolo imponente; la storia, la narrazione, la regia e le meccaniche danno vita ad una proposta fresca, accattivante e di qualità, tanto che con molta probabilità Guardians è ad oggi il migliore episodio della serie. Per questo dispiace che la durata della campagna sia così breve, un elemento comunque bilanciato dall'ottimo comparto multigiocatore, che oltre a ribadire la bontà dell'offerta online si lancia nel mondo degli e-sport proponendo nuove modalità e meccaniche. Uno sbarco nella next gen in grande stile, quindi, che ora dovrà proseguire nell'inevitabile Halo 6. Ma per questo bisognerà aspettare ancora un po'. Nel frattempo 343 Industries ha ancora una volta confermato di possedere la non scontata capacità di saper valorizzare un franchise importante come questo, cogliendone gli aspetti chiave e impreziosendoli con elementi in grado di completarli perfettamente. Halo 5 non è solo un grande Halo, ma è anche il migliore della serie.