Una rivoluzione, in tutto e per tutto. È la promessa fatta da Ubisoft al momento dell'annuncio del nuovo Assassin's Creed: Unity, l'ultimo capitolo di una delle serie più apprezzate degli ultimi anni. Una rivoluzione che parte dal passaggio alle console di nuova generazione e arriva fino alla storia, ambientata proprio durante i moti rivoluzionari parigini. Nuove meccaniche, nuovi personaggi e un nuovo motore grafico. Ma anche tanti, troppi problemi.
Negli ultimi anni la serie ha conosciuto la gloria; la storia di Desmond ha appassionato milioni di giocatori, rimasti incollati allo schermo per scoprire come sarebbe andata a finire la vicenda che ci ha accompagnati per così tanti giochi. Dopo la fine di questo ciclo narrativo, però, la saga degli assassini ha faticato a ingranare di nuovo. Black Flag ha introdotto alcuni interessanti spunti – ripresi dallo spin off Assassin's Creed: Rogue, uscito contemporaneamente a Unity – ma ha fallito nel portare quell'innovazione che tutti si aspettavano da Ubisoft. Con Unity gli sviluppatori francesi hanno voluto osare di più e ci hanno regalato il miglior Assassin's Creed attualmente disponibile, ma il prodotto finale è arrivato nelle mani dei giocatori ancora troppo acerbo e con troppi problemi per poter esser goduto appieno.
Il gioco ci lancia in una Parigi piena di vita, nel periodo immediatamente precedente alla rivoluzione francese. Siamo Arno Dorian, un giovane borghese che ben presto si ritrova invischiato nell'ormai millenaria lotta tra templari e assassini. A differenza dello scorso capitolo, oltre a vestire subito i panni dell'ordine ne abbracciamo immediatamente il credo, diventando a tutti gli effetti dei membri della confraternita. A questo punto la storia ingrana subito, senza però riuscire a rapirci come in passato; un sentimento reso più forte dalla mancanza della trama secondaria che aveva caratterizzato tutti i capitoli precedenti. In Unity non troviamo nessun Desmond né un personaggio esterno all'Animus da controllare, perché esso siamo direttamente noi: durante le fasi ambientate nel presente una ragazza parla guardando dritta verso lo schermo, facendo intendere che il vero protagonista è il giocatore stesso. Uno stratagemma interessante, ma che elimina completamente la linea narrativa del mondo reale.
Alcune sezioni secondarie riescono comunque a colmare il buco con delle fasi altrettanto interessanti. Al posto di controllare una persona "vera", in alcuni frangenti ci troveremo ad esplorare delle parti di Animus corrotte che ci vedranno impegnati nel completare obiettivi in versioni alternative di Parigi. Tra di esse troviamo la capitale francese durante la Belle Époque – con tanto di torre Eiffel e mongolfiere – e nel corso della guerra mondiale, con Arno intento ad utilizzare mitragliatrici contro aerei tedeschi.
Nonostante la trama fatichi ad entrare nel vivo, una volta preso il via riesce a proporre missioni interessanti e variegate. In particolare quelle basate sugli assassinii più importanti, ora molto più aperte e soggette alle scelte dei singoli giocatori. Alle missioni della trama principale si accompagnano quelle secondarie, composte da una serie di compiti di vario tipo: dai classici assassinii alle Storie di Parigi, passando per la raccolta di oggetti e la creazione di un vero e proprio impero commerciale in grado di generare ingressi monetari. Il tutto ambientato in una Parigi estremamente dettagliata.
La atmosfere che si assaporano passeggiando per i vicoli della capitale sono quelle squisitamente parigine, tanto efficaci che quasi è possibile sentire il profumo di baguette. Invece, ciò che si sente durante tutti i nostri pellegrinaggi è un grido forte, costante e unito. È il grido della rivoluzione, che si fa sempre più presente nel popolo di Parigi nel corso dell'avventura. Popolo che non è mai stati così meravigliosamente vivo; le persone invadono le strade, le piazze e i locali, protestano, si azzuffano, derubano, vendono e cantano. L'aria è satura della disperazione e della rabbia che provocherà la rivoluzione ed essa è tangibile nel gioco. Questo è forse uno degli aspetti meglio riusciti di Unity: il nuovo motore grafico permette di avere sullo schermo una quantità enorme di personaggi, inseriti in un ambiente vivo, vibrante e caratterizzato da effetti particellari e di luce in grado di spremere al massimo le console di nuova generazione. Forse un po' troppo.
La più grande pecca di Unity è che il motore grafico fatica visibilmente a stare dietro a tutto il ben di Dio mostrato a schermo. Semplicemente il framerate stenta a mantenere i 30 frame per secondo, che spesso sono solo un miraggio perso nella vastità delle folle e nei dettagli delle vetrate di Notre Dame. I rallentamenti sono poi accompagnati da una serie di bug davvero inspiegabili: compenetrazioni, texture mancanti, modelli poligonali caricati a metà e animazioni completamente sfasate. La situazione non è di certo tragica, ma è inaccettabile che un titolo come Unity arrivi sul mercato in questo stato, lasciando il compito di sistemare alla meglio il tutto tramite una patch di futura uscita.
Gli immensi scenari che mostrano una Parigi immersa nella penombra e nella nebbia vengono rovinati da questi rallentamenti così improvvisi e fastidiosi, così come le grandi piazze ricolme di persone – e davvero, il numero di comparse qui è mostruoso – portano inevitabilmente a scatti, ritardi nei controlli e caricamenti delle texture a singhiozzo. L'elemento che invece funziona egregiamente è la nuova possibilità di esplorare gli interni delle strutture. Questi sono veramente magnifici e ben realizzati, mentre il passaggio dalla strada agli appartamenti non richiede caricamenti aggiuntivi.
La vera rivoluzione ha però colpito il sistema di controllo, finalmente rivisto e migliorato soprattutto sotto l'aspetto del combattimento. I movimenti sono ora più gestibili tramite l'utilizzo di due tasti che permettono di selezionare la corsa acrobatica verso l'alto o verso il basso, elemento che ci permette di avere più controllo sui movimenti di Arno anche nelle situazioni più concitate. Le differenze principali si notano però nel corso dei combattimenti, dove gli sviluppatori hanno eliminato il contrattacco con uccisione immediata in favore di un sistema più difficile ma che premia il padroneggiamento dei controlli. Ora è importante parare, contrattaccare e tornare in posizione difensiva, anche perché i danni dei nemici sono maggiori e il nuovo sistema di livelli ci può far affrontare spadaccini ben più capaci di noi. Quest'ultima novità comporta missioni definite da diversi livelli di difficoltà, ai quali dovremo stare molto attenti anche in relazione al livello attuale del nostro protagonista.
Infine, Assassin's Creed: Unity introduce un'innovativa modalità cooperativa con la quale affrontare le missioni online insieme a tre amici. Questa introduzione rappresenta il fiore all'occhiello dell'offerta e propone un gameplay collaborativo davvero intrigante e ben fatto, forse una delle modalità meglio riuscite dell'intera serie. Senza tanti giri di parole, si può dire che Unity è a tutti gli effetti il miglior Assassin's Creed attualmente disponibile. Detto questo, però, i problemi che lo affliggono non possono essere ignorati perché semplicemente troppo evidenti. Una patch dovrebbe porre fine ai bug, ma probabilmente la vera svolta l'avremo nel prossimo capitolo, quando (si spera) Ubisoft riuscirà a regalarci un Assassin's Creed davvero completo ed esente da difetti, basato sulle ottime idee di quest'ultimo capitolo.