"È stato come entrare in un dipinto di Grimshaw". Con queste parole Jean-Vincent Roy, lo storico che ha seguito lo sviluppo di Assassin's Creed: Syndicate, racconta la sua prima volta nella Londra Vittoriana. Nella versione digitale, ovviamente, che proprio grazie al suo aiuto è tornata in vita nel nuovo capitolo di una serie videoludica che da ormai otto anni continua a raccogliere il plauso dei videogiocatori. D'altronde il lavoro di Roy è fondamentale: fornire agli sviluppatori i riferimenti necessari per ricostruire il più fedelmente possibile la Londra dell'epoca vittoriana, la città nella quale sono ambientate le vicende di Evie e Jacob Frye, i protagonisti del nuovo episodio. "Ho contattato specialisti, ho cercato mappe e cianografie" ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it. "Fornendo una serie di riferimenti che hanno permesso al team di ricostruire la Londra vittoriana, creare i personaggi e sviluppare la storia del gioco".
Una ricerca lunga e difficile anche a causa della complessità dell'epoca, resa ancora più intricata dall'avvento della rivoluzione industriale e da una serie di tematiche sociali legate alla difficile situazione di una città che, nel 1830, era diventata la più grande al mondo. Un'enorme ricerca storica, quindi, che ha persino spinto Francesca Orestano, docente di Letteratura Inglese dell'Università Statale di Milano, a basare una lezione sulla Londra vittoriana proprio sul titolo di Ubisoft. “Un videogioco caratterizzato da una ricerca così minuziosa e fortemente intrecciato con la storia della nostra cultura", ha spiegato davanti a 130 studenti, "è un argomento più che degno di una classe universitaria”.
Lascia quasi straniati entrare in un'aula universitaria e trovarsi davanti, proiettato sul telo solitamente decorato da slide ed estratti letterari, un videogioco che, seppur ispirato ad una grande epoca storica, resta comunque un medium verso il quale continua ad esistere una generale diffidenza da parte del mondo dell'istruzione. Eppure all'Università Statale di Milano Assassin's Creed c'è entrato, anche grazie ad una professoressa che, non nascondendo qualche dubbio iniziale, in uno strumento comunicativo così atipico per un ambiente come quello universitario qualcosa di buono l'ha visto. "Però Dickens in quegli anni non era a Londra, ma nel Kent" precisa la Orestano, prima di lanciarsi in una masterclass dedicata all'autore inglese che proprio nei ceti sociali più svantaggiati aveva trovato la fonte d'ispirazione per i suoi romanzi.
D'altronde il periodo vittoriano, specialmente a Londra, è tra i più complessi della storia inglese. Nel 1830 la città diventa la più grande al mondo, superando persino Pechino. Nel 1868, anno in cui è ambientata la storia di Syndicate, la città è scossa da violente problematiche sociali. Sullo sfondo ci sono la rivoluzione industriale, l'ascesa del capitalismo, l'importanza del denaro, il lavoro minorile e le baraccopoli, componenti di una bomba destinata ad esplodere. E quella bomba esplode; arriva il colera, che si scontra con un'idea della medicina ancora troppo arretrata e basata sul debole concetto dell'equilibrio fisico, e le già scarse condizioni di vita delle fasce più basse precipitano. Le baraccopoli diventano così gli epicentri di un'epidemia in grado di impestare la città anche attraverso le esalazioni che dalle fogne risalivano fino alla città. Un terribile puzzo era l'elemento che più colpiva i visitatori del tempo, tanto che persino la presenza dei politici a Westminster era diventata impossibile a causa del tanfo proveniente da un Tamigi estremamente inquinato dalle acque nere.
Il colera passa, ma le baraccopoli rimangono. La politica fatica a rendersi conto del problema costituito da queste zone malfamate e raramente pensa a soluzioni, spesso non accettate di buon grado dal ceto sociale più basso. Si fa sempre più forte la criminalità organizzata; gli hooligans che ancora oggi accompagnano l'immaginario londinese. Violente e spietate, le gang inglesi terrorizzano anche la città virtuale del gioco e rappresentano uno degli elementi principali che coinvolgono i due Frye protagonisti, che possono "reclutarli" e farli lavorare per loro. Un'epoca storica complessa, quindi, che forse proprio per questo continua ad appassionare un gran numero di lettori al di là dell'opera di Dickens. Anche trasformandosi nel tempo e avvicinandosi a diverse epoche. Un trend rappresentato perfettamente dallo steampunk, che unisce l'epoca vittoriana ad una visione più fantascientifica caratterizzata da macchine a vapore dalle funzionalità avanzate. Un elemento che sotto certi aspetti ritroviamo anche in Syndicate attraverso i gadget a disposizione degli assassini: primo su tutti il lanciacorda, lo strumento che permette di scalare velocemente gli edifici e attraversare le strade, ora ovviamente più larghe rispetto agli episodi precedenti a causa dell'avvento delle carrozze.
D'altronde quello tra epoca vittoriana e letteratura è stato un rapporto sempre fiorente. Lo dimostrano elementi come i Penny Dreadful, non solo una serie televisiva di successo ma (soprattutto) una collana di racconti pubblicati proprio nel diciannovesimo secolo che possiamo considerare come dei precursori del genere pulp: brevi racconti horror destinati ad un pubblico di lavoratori e venduti al costo di un penny. "Spaventi per un penny", così può essere tradotto il nome del genere, che negli anni hanno fomentato il clima oscuro dell'epoca, dal quale sono nati anche personaggi leggendari come Jack Lo Squartatore. Figure che ritornano anche in Syndicate, sacrificando parte della veridicità storica in nome della narrazione e delle meccaniche, rinfrescate da elementi come il sopracitato lanciacorda e la presenza di due figure protagoniste, ognuna caratterizzata da un gameplay particolare. Assassin's Creed è ormai maturo e si è lasciato alle spalle Crociate, Rinascimento, America coloniale e Rivoluzione francese; nel nuovo episodio stupisce la ricostruzione storica, minuziosa e fedele, e la narrazione che ruota attorno a tutte le tematiche care alla Londra di Dickens: quella di Syndicate è una Londra dall'impatto eccezionale, ma pecca nella storia principale che non raggiunge l'epicità di alcuni dei capitoli della serie. Una favola nera come i suoi racconti, vera e irreale allo stesso tempo. Il resto sono treni che sferragliano per la città, traghetti che scivolano sul Tamigi e bambini impiegati in fabbrica. Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi.