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Opinioni

PewDiePie, lo youtuber da 4 milioni di dollari [VIDEO]

Con quasi trenta milioni di iscritti al suo canale Youtube, Felix Kjellberg è uno dei più seguiti sul noto servizio di condivisione video. Il 24enne guadagna 4 milioni di dollari all’anno, ma il successo dei suoi lavori è solo l’ultimo segnale di un settore – quello dell’informazione videoludica – sempre più in difficoltà.
A cura di Marco Paretti
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PewDiePie

Guadagnare 4 milioni di dollari all'anno giocando ai videogiochi. Sembra impossibile, un'utopia degna del più recondito sogno di ogni videogiocatore. Invece, in Inghilterra, è realtà. Si chiama PewDiePie, nickname di Felix Kjellberg, ed è uno youtuber Svedese ma residente a Brighton con un seguito di ben 27 milioni di utenti, ben più di alcuni storici canali di gaming come Machinima, il quale si ferma a "soli" 11,5 milioni.
Osservare altre persone mentre giocano ai videogiochi sta diventando una pratica sempre più popolare su internet, tanto che negli ultimi anni diversi siti di streaming hanno subito un'impennata d'importanza – e di guadagni – grazie alla loro politica basata proprio sull'offrire la possibilità di creare pure e semplici dirette del proprio gameplay o di grandi tornei videoludici. Primo su tutti Twitch, servizio che fa dello streaming di videogiochi la sua unica offerta e che da qualche mese è sbarcato anche sulle console di nuova generazione, Xbox One e Playstation 4, permettendo davvero a chiunque di condividere le proprie partite online. Basta premere un pulsante e il nostro schermo viene trasmesso al mondo intero, pronto per essere guardato, ascoltato e commentato.

Twitch si assesta al quarto posto nel traffico dati statunitense, una posizione di vantaggio persino su siti del calibro di Facebook e Amazon. I videogiochi, a differenza di quanto si potrebbe pensare, sono fatti anche per essere guardati e questa ne è la chiara dimostrazione. Questa tendenza non poteva che invadere anche il portale di condivisione video più famoso del mondo, Youtube, nel quale al posto delle dirette si riversano tutti i video di gameplay debitamente tagliati e montati a regola d'arte dai "registi" provetti della rete, i quali ormai creano dei veri e propri show nei quali mostrare spezzoni di giochi, sottolineare le proprie imprese o semplicemente parlare dei vari titoli disponibili.
Nel marasma di canali, video e community videoludiche su Youtube, spicca però un utente che negli ultimi anni ha saputo creare dal nulla un seguito immenso. Felix Kjellberg è un ragazzo timido, senza particolari ambizioni e senza un grande entourage. Ma mettetelo davanti alla telecamera e si trasformerà in PewDiePie, una star di Youtube capace di generare 4 milioni di dollari in un solo anno.

È iniziato tutto cinque anni fa, quando il 24enne di Brighton ha deciso di caricare dei video nei quali provava in maniera decisamente poco ortodossa alcuni videogiochi. Il primo elemento che salta agli occhi guardando i suoi lavori è infatti questo: Felix impreca, urla, salta e si contorce, ma dei giochi dice poco o nulla. I video rappresentano un semplice sguardo su un ragazzo che gioca ai videogiochi nella sua stanza. Un ragazzo rumoroso che a molti potrebbe stare antipatico, ma che quei 27 milioni di followers, evidentemente, amano.
"A differenza di molti show professionali, penso di aver creato un contatto molto più intimo con i miei spettatori rompendo il muro tra chi osserva e chi sta dietro lo schermo" ha affermato durante un'intervista "Quello che io ed altri youtuber facciamo è differente, è quasi come ritrovarsi con gli amici e guardare i propri compagni giocare ai videogiochi. I miei fan sono interessati in maniera del tutto unica a quello che stanno guardando".

La notizia del successo di Felix arriva sulla scia delle pessime notizie giunte dal fronte del settore dell'informazione videoludica. Il giorno dopo il termine dell'E3, infatti, il colosso statunitense GameTrailers ha annunciato l'arrivo di grossi tagli al personale dopo che l'azienda è passata dalle mani di Viacom a quelle di Defy Media. Una notizia che si aggiunge a quella inaspettata della chiusura dello storico CVG, un magazine con oltre trent'anni di storia alle spalle.
Viene quindi da chiedersi perché un ragazzo di 24 anni riesca a guadagnare 4 milioni di dollari all'anno creando dei video irriverenti, volgari e senza senso, mentre aziende storiche che per decenni hanno portato avanti l'informazione del settore chiudono i battenti da un giorno all'altro. In realtà la risposta è semplice: i gusti degli spettatori si sono evoluti. Che piaccia o meno, quei 27 milioni di seguaci non cercano il reportage professionale, completo e immediato; cercano video per farsi due risate, in compagnia – si fa per dire – di un ragazzo spigliato che somiglia proprio a quell'amico dall'animo vivace con il quale tutti noi vorremmo passare i nostri pomeriggi. PewDiePie è questo e l'industria deve prenderne atto.

PewDiePie

Youtube sta uccidendo la stampa videoludica tradizionale? Forse, o forse è proprio questo settore a doversi evolvere. Non a caso molte testate internazionali hanno dato un taglio sempre più informale ai propri reportage, avvicinandosi molto allo stile dei filmati pubblicati dalle star del servizio di video sharing e assumendo persino alcuni youtuber all'interno dell'organico redazionale.
A questo punto si pone però un ulteriore problema: gli youtuber possono essere equiparati ai giornalisti videoludici? No, ovviamente, ma la continua importanza che gli viene attribuita soprattutto dagli sviluppatori dei videogiochi (anche qui in Italia) rappresenta un segnale di pericolo che deve smuovere l'industria a prendere in mano la situazione, delineando con più precisione i ruoli delle due categorie. C'è spazio per entrambe le realtà, ma il successo di PewDiePie sottolinea le crescente rilevanza dell'aspetto prima collaterale dei video, il quale sta mettendo in serio pericolo tutto il settore professionale.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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