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Recensione Dishonored: Vesti i panni di Corvo Attano con il capolavoro firmato Arkane Studios

Ambientato a Dunwall, una splendida città bagnata dal mare, viviamo le gesta di Corvo Attano che, a causa di un complotto, viene accusato di aver ucciso l’Imperatrice.
A cura di Matteo Acitelli
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Dishonored

In posizione 2 della nostra Top 10 dedicata ai videogiochi da regalare a Natale troviamo Dishonored, nuovo brand di casa Bethesda che ha fatto tanto parlare di sé fin da molti mesi prima della sua pubblicazione. Lo sviluppo del titolo è stato affidato ad Arkane Studios, già famosi per altri prodotti come Dark Messiah e Bioshock 2. La particolarità di Dishonored sta nell’offerta videoludica e nel fatto che non lo si può catalogare sotto un unico genere: spiccata componente action unita ad un forte stile stealth, passando per un arsenale di tutto rispetto, abilità speciali e visuale in prima persona.

Dishonored ci porta a Dunwall, una grande città bagnata dal mare in un periodo futuristico, in cui trovano spazio la cultura e il costume del periodo vittoriano. Corvo Attano è la guardia dell’Imperatrice, nonché un abile assassino inviato in missione per gli obiettivi più delicati e professionali. Per colpa di una congiura organizzata un gruppo di malfattori che ambiscono al trono, Corvo viene incastrato per l’omicidio dell’Imperatrice e condannato alla pena di morte. Il protagonista riesce a fuggire dalla prigione di Dunwall grazie ad un gruppo di rivoluzionari conosciuti come Lealisti. Da qui partirà la scalata verso la verità, assassinio dopo assassinio, seguendo la strada degli obiettivi fissati dai Lealisti per informare la popolazione dei reali colpevoli dell’omicidio dell’Imperatrice.

Nonostante la sceneggiatura di Dishonored sia ben studiata e conti su protagonisti davvero originali e ben delineati sotto il profilo caratteriale, l’arma in più del prodotto Arkane è la già citata giocabilità. Le missioni sono organizzate in modo tale da consentire all’utente di intraprendere più strade senza farsi notare: una delle abilità più importanti di Corvo a tale scopo è la traslazione, che consente di spostarsi rapidamente su una superficie. Ciò permette di sfruttare i tetti, i tralicci, le strutture metalliche e i cordoni, ovvero tutto ciò su cui è possibile salire. Spesso e volentieri i nemici resteranno in terra – anche se non manca qualche chicca interessante o location create ad hoc per rendere meno sicure le superfici sopraelevate – ma non per questo Dishonored è un titolo semplice: come in ogni videogame stealth che si rispetti – ricordiamo che come alternativa nella Top 10 per i regali di Natale abbiamo citato Hitman: Absolution – i nemici seguono dei pattern di pattugliamento pre-impostati, pertanto il videogiocatore è chiamato ad osservato accucciato i movimenti delle guardie e poi procedere. A discrezione di ogni utente sarà possibile uccidere i nemici piuttosto che tramortirli, nascondendo il corpo in un luogo sicuro.

Per raggiungere l’obiettivo designato dai Lealisti, spesso e volentieri Corvo dovrà percorrere una serie di sezioni insidiose – tra abitazioni, edifici e luoghi all’aperto – che comprendono diversi dispositivi tecnologici pronti a far scattare l’allarme. Proprio per questo motivo, Dishonored non si ferma alla già citata abilità di traslazione, ma dirama numerose possibilità tra condotti fognari e strade alternative che sfruttano le altre caratteristiche del personaggio.

Rallentamento del tempo, controllo dei nemici e impossessarsi di un topo sono alcune delle grandi caratteristiche di Corvo Attano, che permettono di sfruttare ogni angolo della meravigliosa Dunwall graficamente proposta in stile cartoon e ricca di dettagli. Le rive del fiume, la periferia, le strade bagnate ed i manifesti, dipingono la città mostrando un level design che in pochi prodotti abbiamo ammirato, senza trascurare l’ottimizzazione del motore grafico e le splendide animazioni dei personaggi. Sfruttando il corpo a corpo, Corvo propone una serie di uccisioni spettacolari giustificando la sua fama di assassino, mentre l’Esterno, una sorta di divinità della popolazione, osserva e giudica ogni suo comportamento.

Le meraviglie tecniche di Dishonored sono difficili da spiegare, i trailer e la pubblicità che hanno preceduto la vendita del brand sono risultati veritieri e in sintonia con la qualità generale del gioco.

Per concludere, Dishnored merita l’acquisto da parte di tutti i videogiocatori incalliti e non, proponendosi anche come ottimo regalo di Natale per i propri figli dai 18 anni in su che non seguono da vicino il mondo videoludico ma dispongono di una Ps3, una Xbox 360 o un buon PC. Se la trama è avvincente e tiene incollati allo schermo da una parte, la giocabilità fa il resto e mette in mostra una serie di possibilità che in pochi riescono a garantire. Adatto agli amanti dello stealth come agli avventurieri, strategia di pazienza e concentrazione piuttosto che action allo stato puro: Dishonored è pensato per meravigliare tutti e Bethesda, ancora una volta, ha fatto centro con un grande prodotto.

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