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Nintendo, un dipendente è stato licenziato dopo aver partecipato ad un podcast

Un ex traduttore di Nintendo ha spiegato di essere stato licenziato dall’azienda dopo aver parlato dei prodotti e della politica sulle traduzioni dell’azienda all’interno di un podcast.
A cura di Marco Paretti
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Un ex traduttore di Nintendo ha spiegato di essere stato licenziato dall'azienda dopo aver parlato dei prodotti e della politica sulle traduzioni dell'azienda all'interno di un podcast. Chris Pranger ha lavorato presso il team di traduzioni Treehouse ed è apparso all'interno del podcast Part-Time Gamers, nel quale ha discusso di alcuni elementi vicini all'azienda di Kyoto. Oggi, tramite un post pubblicato su Twitter, il ragazzo ha confermato di essere stato licenziato.  "Come qualcuno avrà sentito, ieri sono stato licenziato" ha scritto Pranger. "Sì, è stata sicuramente colpa mia. No, non me lo sarei mai aspettato".

Su Facebook il traduttore ha descritto meglio i dettagli del suo licenziamento, spiegando di essere stato "licenziato questa settimana a causa di un'apparizione in un podcast effettuata lo scorso lunedì". Ranger ha inoltre aggiunto di essersi reso conto di aver fatto "una valutazione stupida che mi è costata più di quanto immaginassi". Nintendo non ha fornito ulteriori informazioni sulla questione, se non attraverso un portavoce che ha spiegato come l'azienda non sia interessata a "commentare su questo episodio ma augura a Chris il meglio per il suo futuro". All'interno del podcast il traduttore ha trattato diversi argomenti, alcuni controversi e alcuni dallo scarso rilievo.

Gran parte del suo intervento ha ovviamente riguardato le politiche sulla traduzione e, in particolare, i costi legati a questo aspetto dello sviluppo di un videogioco. "Spesso l'azienda pensa solo al ritorno economico, quindi se un mercato non è abbastanza rigoglioso lo esclude dalla traduzione" ha spiegato durante il podcast. "Se un paese non garantisce un ritorno, per Nintendo è inutile tradurre i giochi nella sua lingua". Pranger ha inoltre fatto intendere che l'azienda impedisce ai propri dipendenti di parlare bene dei titoli sviluppati dalla concorrenza. "Quando ho visto che il podcast stava ottenendo visibilità mi sono subito spaventato" ha ammesso. Poco dopo, infatti, è arrivato il licenziamento. Nelle ultime ore l'account ufficiale di Sonic ha twittato il proprio supporto a Pranger, scrivendo che "le cose andranno meglio".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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