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Londra: ora i videogiochi si controllano con gli occhi

Un sistema sviluppato da un team di ricercatori inglesi ha permesso la creazione di una speciale telecamera che traduce il movimento dell’occhio sullo schermo. Immediata l’applicazione videoludica, e già si pensa ai vantaggi per i disabili.
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Eye controller

Giocare ai videogame col solo movimento degli occhi: è questa la nuova frontiera dell’intrattenimento ludico. Dopo il Wii Remote e il Playstation Move, e ancora prima del Project Natal per Xbox che si baserà sui movimenti di tutto il corpo, ecco la novità venire dritta dritta dall’Inghilterra.

Dei giovani ricercatori dell’Imperial College di Londra, infatti, hanno progettato un sistema che tramite una webcam cattura il movimento dell’occhio e lo trasferisce a un cursore sullo schermo: questo si muove seguendo esattamente lo spostamento dell’occhio. Il sistema è stato immediatamente applicato al classico videogioco Pong: il giocatore controllava la racchetta “ocularmente”.

Ciò che stupisce di questa invenzione è che non è occorso un investimento stratosferico per poterla realizzare: il costo totale dell’hardware impiegato è pari a 25 sterline. Questo perché, spiegano i ricercatori, sono stati utilizzati pezzi prodotti in serie, acquistabili sul mercato da chiunque.

Al momento la speciale telecamera è in grado di catturare il movimento di un solo occhio: ma in futuro, progettano gli sviluppatori, sarà talmente sofisticato da poter essere applicato a giochi sempre più complessi. Ma non è solo ludica l’applicazione che prevedono: si pensa immediatamente alle persone con disabilità, a chi ha capacità motorie ridotte. Grazie a questo sistema potranno avere il totale controllo di un computer muovendo il cursore del mouse con gli occhi, e cliccando con un battito di ciglia. E se si pensa al tipo di risposta che un input del genere possa avere su qualsiasi macchina (es: guidare una carrozzella stabilendo le direzioni col movimento oculare), si può avere una certa prospettiva delle immense applicazioni di un tale sistema.

Giuseppe A. D’Angelo

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