La stravaganza dei giocatori dei cosiddetti MMORPG – Massively Multiplayer Online Role Playing Game – non ha probabilmente limite. Fin dalla nascita di questo genere, i mondi virtuali popolati da milioni di giocatori e dai loro avatar virtuali sono soggetti ad un doppio controllo: quello degli sviluppatori, i quali devono moderare l'enorme mole di personaggi e gestire il lavoro dei server, e quello dei giocatori, senza i quali il gioco non potrebbe andare avanti e che quindi godono di uno status importante, quasi decisivo, all'interno di questi mondi virtuali.
Quando i giocatori chiedono, quindi, gli sviluppatori fanno bene a rispondere, pena proteste e "astensioni" che potrebbero mettere in serio pericolo le casse di chi il gioco l'ha creato. In questo caso parliamo di Square Enix e la scelta di inserire – in seguito all'iniziale esclusione – i matrimoni gay all'interno di Final Fantasy XIV: A Real Reborn. Quale miglioro modo di festeggiare la novità se non un vero e proprio gay pride organizzato dalla comunità LGBT all'interno del gioco?
La decisione di inserire i matrimoni gay è arrivata in seguito a diverse discussioni. "Ne abbiamo parlato" ha affermato Yoshida, direttore del progetto "E abbiamo realizzato questo: perché in Eorzea – il mondo di gioco – dovrebbero esserci restrizioni per i giocatori che vogliono dichiarare amore eterno ad altri giocatori, di qualsiasi sesso essi siano? Quindi abbiamo deciso di modificare il gioco ed introdurre questa possibilità".
Una volta introdotta la novità tramite una patch, i giocatori si sono riuniti all'interno del gioco per mettere in scena una parata in pieno stile gay pride, caratterizzata da stravaganza, colori e divertimento. La grande festa ha avuto luogo lo scorso weekend ed è stata organizzata dalla Rough Trade Gaming Community, un network presente in diversi titoli che si definisce la più grande comunità LGBT virtuale del mondo. I giocatori hanno vestito i loro personaggi con abiti dai colori sgargianti, per poi ritrovarsi in una formazione color arcobaleno e dare inizio alla sfilata.
Secondo Rough Trade, la parata – chiamata "Pixel Parade" – è stata organizzata per celebrare la decisione degli sviluppatori, la quale rappresenta un grosso passo in avanti per le pari opportunità virtuali. Non sono però mancati i momenti di tensione, dopotutto un gay pride è pur sempre una manifestazione, reale o virtuale che sia: un personaggio è infatti stato ucciso prima che potesse raggiungere il luogo della parata e prendervi parte. Naturalmente si tratta di un omicidio virtuale, ma che svela la presenza – inevitabile, purtroppo – di giocatori omofobi anche nelle lande virtuali di Eorzea.
Al di là di questi intoppi, quella della Rough Trade è stata una mossa divertente e significativa, la quale potrebbe smuovere altri sviluppatori a fare lo stesso. Dopotutto non è così difficile come hanno cercato di farci credere. Hai capito Nintendo?