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FIFA, dalle monete virtuali a quelle reali: la truffa da 18 milioni di dollari di quattro hacker

Rubavano valuta virtuale, acquistavano preziosi contenuti digitali e li rivendevano in cambio di soldi reali, arrivando a guadagnare anche svariati milioni di dollari. È lo schema utilizzato da quattro ragazzi di poco più di 20 anni con il videogioco FIFA 17.
A cura di Marco Paretti
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Rubavano valuta virtuale, acquistavano preziosi contenuti digitali e li rivendevano in cambio di soldi reali, arrivando a guadagnare anche svariati milioni di dollari. È lo schema utilizzato da quattro ragazzi di poco più di 20 anni con il videogioco FIFA 17, grazie al quale hanno guadagnato tra i 16 e i 18 milioni di dollari. In breve, il gruppo di giovani hacker ha trovato un modo per "rubare" la valuta digitale utilizzata per acquistare contenuti all'interno del gioco e, soprattutto, per accedere ai giocatori più forti. Grazie a questo espediente hanno poi rivenduto le preziose monete scambiandole con soldi veri e arrivando a raccogliere ricavi milionari. Profitti che sarebbero aumentati ancora se i ragazzi non avessero cominciato a spenderli, provocando sospetti nelle autorità e, alla fine, l'arresto.

I responsabili sono quattro giovani di 24 anni: Ricky Miller, Anthony Clark, Nicholas Castellucci ed Eaton Zveare. Ad attirare l'attenzione delle autorità è stato l'acquisto da parte della mente del gruppo, Clark, di una piccola casetta a Whittier, in California, pagata 840.000 dollari. Da qui sono partiti gli accertamenti che hanno portato allo scoperchiamento di un'operazione che sfruttava FIFA per generare milioni di dollari. Tutto si basava sulla modalità Ultimate Team del gioco, dove le monete virtuali vengono utilizzate per acquistare i giocatori più forti. Queste "Coins", però, si guadagnano solo giocando ed esclusivamente in quantità ridotta: gli hacker avevano invece trovato un modo per far credere al gioco di giocare migliaia di partite contemporaneamente, guadagnando monete poi rivendute agli altri giocatori.

"Avevano trovato una vera economia digitale e sapevano come alterarla" ha spiegato Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica presso l’Università degli Studi di Milano. "Da noi avrebbero rischiato massimo cinque anni. Alla fine è come entrare in un casinò barando". Quando l'FBI ha bussato alla porta di Miller, invece, il giovane ha rischiato 20 anni di carcere, poi tramutati in un milione di dollari di multa e qualche mese di prigione perché si è dimostrato collaborativo con le indagini. FIFA non è di certo l'unico videogioco colpito da questa tipologia di compravendita, scoraggiata dagli sviluppatori ma spesso difficile da impedire: nei giochi online sono sempre più diffusi quei giocatori che passano le loro giornate ad accumulare materiale da rivendere poi agli utenti più pigri, ovviamente in cambio di soldi veri.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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