Civilization 5: l’ultimo titolo di una serie che fatto storia
La serie di Civilization creata da Sid Meier ha rappresentato una svolta nella storia dei videogiochi, caratterizzandosi come una delle più longeve e amate dai giocatori. Se generalmente un gioco viene considerato popolare quando ha una durata di mercato di almeno sei mesi, i vari capitoli della serie hanno incontrato i favori del pubblico per anni, soprattutto grazie alle varie espansioni e mod che ne sono state tratte. Adesso in autunno uscirà Civilization 5. Ma cosa ha significato questo gioco e come è cambiato nel corso degli anni?
Partiamo dal titolo originale, prodotto nel 1991 per Microprose da Sid Meier, il cui nome ancora appare nel titolo nonostante, dopo la prima realizzazione, abbia supervisionato solo il quarto episodio. Si tratta di uno strategico a turni, ovvero la classica evoluzione di una partita di scacchi ma in scenari più vasti. Lo scopo è quello di edificare una civiltà che, partendo dal 4000 a.C. con un solo colono, si evolva nei secoli con varie scoperte scientifiche, fino ad arrivare alla conquista del volo spaziale con il viaggio verso Alpha Centauri, nel 2100. Per far ciò il giocatore intraprenderà guerre, stringerà alleanze, curerà rapporti diplomatici e nel frattempo evolverà le città del suo impero coltivando, costruendo, producendo e arricchendone cultura e scienze. Si può scegliere di essere una tra le principali civiltà storiche e un leader che la rappresenti (es. Lincoln per gli americani, Gandhi per l’India). In seguito a importanti scoperte scientifiche si possono anche erigere le Meraviglie del Mondo, una sola volta e per una sola civiltà, che agevoleranno il nostro progresso.
Il gioco fu un successo che durò per quasi un decennio di vendite, generando la famosa sindrome del “ancora un altro turno” che incollava allo schermo per ore. Nel 1996 uscì il seguito: lo scopo rimane invariato come nei titoli successivi. Ma questa volta si può vincere non solo viaggiando nello spazio, ma anche sottomettendo le altre civiltà. E se nessuno dei due scopi veniva raggiunto entro il 2020, la partita si fermava e vinceva la civiltà col miglior punteggio. Il gioco era supportato da una colonna sonora reale e dei filmati che rappresentavano i membri di un Gran Consiglio, ai quali potevamo rivolgerci per chiedere consigli, più divertenti che utili (tra di loro c’era Elvis Presley). Il gioco supportava per la prima volta la modalità multiplayer, e uscirono numerose espansioni e mod realizzate dai fan.
Civilization III uscì da Firaxis nel 2001. Il gioco subì numerose critiche a causa di varie assenze dalla precedente edizione, causate da un’uscita troppo frettolosa imposta dai produttori. Gli autori ovviarono alle lacune con due espansioni principali. Tra le novità, le Piccole Meraviglie del Mondo, che potevano essere tutte conquistate dalle singole civiltà. Il quarto episodio uscì quattro anni dopo, diretto come detto da Sid Meier stesso, ed è tutt’ora considerato l’apice della serie. Adesso le popolazioni seguono anche differenti religioni che possono influire sui loro rapporti commerciali e diplomatici. Oltre alla conquista del mondo e il viaggio spaziale, gli obiettivi da raggiungere per vincere sono il controllo maggiore del territorio, la conquista di un livello di cultura “leggendario” in tre città o le elezioni all’ONU.
L’influenza del gioco è stata tale che ha generato vari emuli, uno spin-off dell’Activision (Call to Power) e dei cloni open source (C-Evo nel 2001 e Freeciv nel 2010). Lo stesso Meier sta ora lavorando a Civilization Network, prossima frontiera del gaming online su Facebook. Adesso l’attesa è elevata per Civilization 5 previsto per autunno 2010: e anche se conosciamo già le novità dell’ultimo titolo la voglia di sapere cosa ci aspetta è tanta. Quali aggiunte ci saranno? Quali le grandi assenze? Cosa vogliono i fan? Molte risposte le avremo fra qualche mese, ma molte altre le potete ottenere già su queste pagine: interviste, annunci, indiscrezioni, vi terremo aggiornati su tutto quello che c’è da sapere.
Giuseppe A. D’Angelo