Take 2 vuole ingrandirsi: sicure le uscite di Civ 5 e GTA, non T2 Italia
Nella crescita delle imprese si presentano momenti di rottura. Nel passaggio da una dimensione aziendale, da piccola a media o grande, la riorganizzazione può comportare o il definitivo passaggio di livello, o il fallimento, con possibile contraccolpo in termini negativi. Quando dunque si erano diffusi i rumors sulla possibile chiusura della filiale italiana della Take Two (publisher di giochi come Civilization 5, GTA, Mafia e Max Payne), era ragionevole pensare che l'azienda intendesse ritirarsi dal mercato. Ridurre, dunque, le proprie dimensioni e, forse, anche le proprie produzioni. In tal senso alcuni avevano espresso la preoccupazione che la stessa data di uscita dei giochi ne potesse risentire.
Ma nell'imprenditoria la riduzione raramente è una scelta voluta e così la Take Two ha espresso l'intenzione di consolidare la propria presenza. Insomma, parola d'ordine è "crescita". Il problema di una grande azienda, infatti, deriva in gran parte dai propri costi fissi e dalla difficoltà di sostenerli nel momento in cui vengono ridotte produzione e vendite.
Zelnick, il presidente di Take Two intervistato da LA Times, ha affermato infatti che nel momento in cui viene pubblicato un titolo del calibro di Grand Theft Auto i costi di tutta la stagione vengono agevolmente coperti. Quando invece cade l'anno in cui titoli di forte richiamo non sono presenti, le spese difficilmente vengono eguagliate dalle vendite.
La soluzione dunque risiederebbe nell'espansione dell'azienda e nella capacità di produrre giochi forti ogni anno. Altro, dunque, che possibile ritardo di Civilization 5, Mafia 2 o Grand Theft Auto: occorre intensificare.
In tale quadro, chiaramente, risulta difficilmente interpretabile la voce sulla possibile chiusura della sede italiana di Take Two. Se è vero che "chiusura" mal si abbina ad "espansione", è anche vero che "sviluppo" chiama "riorganizzazione aziendale". E quando si riorganizza, nulla più è certo.