Mark Sandland è stato condannato per aver ucciso la propria figlia di cinque settimane, Aimee-Rose, la quale non smetteva di piangere mentre lui era impegnato a giocare ad Assassin's Creed 3. Il 28enne avrebbe scosso la figlia fino a farle perdere conoscenza durante un impeto di rabbia, anche se il giovane ha continuato ad affermare di aver subito un attacco epilettico mentre teneva tra le braccia la bambina. "Secondo la corte, Sandland avrebbe sollevato la figlia in preda alla rabbia scuotendola fortemente a causa della distrazione che essa gli procurava durante la partita ad Assassin's Creed 3" ha affermato Sally Howes, il pubblico ministero che ha seguito il caso "Nonostante l'imputato abbia ammesso che la televisione era accesa, all'arrivo dell'ambulanza era stata spenta nel tentativo di coprire il fatto che stesse giocando alla Playstation". Le indagini sul cellulare di Sandland hanno dimostrato che, poco prima di chiamare i soccorsi, aveva visitato un sito che offre consigli su come affrontare le missioni di Assassin's Creed 3. 16 minuti dopo aver aperto il sito, Sandland ha chiamato l'ambulanza.
Lo stesso giorno, la madre della bambina si trovava a lezione alla University of Brighton, dove è iscritta al corso di scienze sociali. Durante la pausa pranzo ha scritto un messaggio al fidanzato chiedendo come stesse la figlia, al quale Sandland ha risposto con un ulteriore SMS: "Non si è zittita da quando te ne sei andata".
Successivamente il 28enne ha chiamato i soccorsi affermando di aver avuto un attacco epilettico e di essersi risvegliato su Aimee-Rose. Al loro arrivo i medici hanno trovato Sandland in uno stato confusionario, mentre la figlia giaceva inerme nel salotto di casa. Aimee-Rose è stata immediatamente trasportata in ospedale, dove le sono stati diagnosticati diversi ematomi sul corpo ed una contusione celebrale. "Aveva perso conoscenza, non rispondeva agli stimoli e, sebbene i medici fossero riusciti a farle battere nuovamente il cuore, il sistema respiratorio era stato compromesso" ha spiegato Howes. A nulla sono servite le cure intensive messe in atto dal personale medico, la bambina è morta quattro giorni dopo.
L'analisi delle contusioni presenti sul corpo di Aimee-Rose e le successive indagini hanno dimostrato che era stato proprio il padre ad aver inflitto alla figlia i danni che hanno portato alla sua morte, tutto perché non riusciva a concentrarsi sul gioco a causa del continuo lamentarsi della giovane. Dopo un lungo processo, il tribunale inglese di Howe ha condannato Sandland a 8 anni di prigione, accusandolo di omicidio colposo.
Quella della povera Aimee-Rose è solo l'ultima di una serie di tragedie aventi come protagonisti i videogiochi, i quali non devono però essere ritenuti responsabili di comportamenti di questo tipo. Il fatto che Sandland stesse giocando ad Assassin's Creed 3 non significa che è stato il titolo di Ubisoft ad averlo spinto ad uccidere la figlia. Questa tremenda azione è imputabile unicamente ad una situazione psicologica instabile che, purtroppo per la giovane Aimee-Rose, si è manifestata in un momento nel quale nessuno poteva frapporsi tra lei e la furia del padre.