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Opinioni

La scelta di pubblicare i documenti NSA classificati da parte di Edward Snowden fu influenzata dai videogiochi

La decisione di pubblicare le informazioni classificate è stata influenzata dall’esperienza adolescenziale con i videogiochi del giovane informatore. A rivelarlo è il libro No Place to Hide di Glenn Greenwald, collaboratore di Snowden durante il Datagate.
A cura di Marco Paretti
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Edward Snowden

Secondo una recente intervista rilasciata a GQ dal reporter che assistette Edward Snowden durante lo scandalo NSA, Glenn Greenwald, la morale dell'informatore che svelò i piani della National Security Agency fu influenzata dai videogiochi.
Nel maggio del 2013 Snowden, un ex dipendente CIA e analista dell'NSA, diventò famoso agli occhi del mondo intero a causa della pubblicazione di numerosi documenti dell'agenzia per la sicurezza nazionale tramite Greenwald e la documentarista Laura Poltras, esponendo in questo modo i piani dell'NSA di implementare sistemi di sorveglianza su vasta scala in tutti gli Stati Uniti. Dopo essere fuggito dagli USA, il governo americano lo accusò di spionaggio e revocò il suo passaporto. Snowden si trova attualmente in Russia, dove gli è stato concesso un asilo temporaneo di un anno a partire dal primo agosto 2013.

Nel suo libro sulla vicenda – No Place to Hide, in uscita questo mese – Greenwald spiega che durante le loro discussioni Snowden confessò che i videogiochi ebbero un notevole impatto sulla sua visione del mondo e sulla sua morale. Secondo Greenwald, la morale di Snowden è stata influenzata dalle storie dei videogiochi: idee come il salvare il mondo combattendo un grande male o persone ordinarie che si fanno carico del compito di difendere i più deboli, trovando i mezzi, a qualunque costo, per poterlo fare.
"In Hong Kong Snowden mi confidò che nel cuore di molti videogiochi c'è un personaggio che nota delle gravi ingiustizie" ha spiegato Greenwald "Come quando qualcuno viene rapito e tu devi salvarlo, o quando qualche forza malvagia ha ottenuto un'arma e tu devi disattivarla. Ruota tutto attorno al trovare modi per ‘potenziarsi' partendo dall'ordinarietà, allo sfidare e sconfiggere poteri più forti nel tentativo di raggiungere un bene più grande. Anche se farlo è richioso e pericoloso".

Datagate

Nonostante le opinioni che ognuno può avere sulla decisione di Snowden di rivelare documenti classificati, dalle sue azioni e dalle successive dichiarazioni è chiaro che credesse fermamente che la pubblicazione fosse la cosa giusta da fare.
Nella sua mente, Snowden sentiva di avere un obbligo morale verso il pubblico nel rivelare quella che lui considerava un'ingiustizia che avrebbe condizionato milioni di americani. Quale migliore preparazione che gli anni passati ad affrontare simili compiti in mondi virtuali caratterizzati da un gigantesco sbilanciamento di poteri?
"La narrativa al centro dei videogiochi ha fatto parte della sua adolescenza e ha formato la sua morale, instillando in lui l'idea di un obbligo dell'individuo nei confronti della società" conclude Greenwald.
Sebbene molti di noi siano cresciuti con i videogiochi, non tutti hanno appreso la stessa lezione di Snowden, altrimenti circolerebbero molti più documenti classificati. Ma il riconoscere l'influenza dei videogiochi sul suo sviluppo morale rappresenta un ulteriore dato che rivela quanto siano importanti i videogiochi nell'attuale panorama politico e sociale.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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