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Il videogioco Rust trasforma metà dei personaggi maschili in donne: è polemica

Immaginate di svegliarvi un giorno e, all’improvviso, ritrovarvi del sesso opposto o con il colore della pelle modificato. È la particolare storia che ha caratterizzato il videogioco Rust, che la scorsa settimana ha modificato il genere di metà dei personaggi, attirando numerose critiche.
A cura di Marco Paretti
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rust gioco donne

Immaginate di svegliarvi un giorno e, all'improvviso, ritrovarvi del sesso opposto o con il colore della pelle modificato. Operazioni a parte, non può chiaramente succedere nella realtà, ma nei videogiochi sì. È la particolare storia che ha caratterizzato il videogioco Rust, dove i giocatori devono cercare di sopravvivere raccogliendo risorse e costruendo strutture e strumenti. Negli ultimi giorni gli sviluppatori hanno distribuito un aggiornamento che, a diverso tempo dal lancio, introduce i personaggi femminili e una colorazione scura della pelle. Non lo hanno fatto, però, rendendo semplicemente disponibile la possibilità di scegliere il genere in fase di creazione del personaggio, ma hanno modificato in maniera arbitraria e definitiva quello della metà dei giocatori.

Così sugli sviluppatori sono piovute migliaia di critiche da parte degli utenti, con una reazione generale che gli stessi responsabili del gioco definiscono "estrema". C'è chi si è lamentato del personaggio femminile e chi lo ha fatto per il "nuovo" colore della pelle. "Per quanto riguarda i giocatori di colore, le critiche sono arrivate principalmente dalla russia" spiega Garry Newman, il creatore di Rust. "Mentre per i personaggi femminili le polemiche sono arrivate da tutto il mondo". Le lamentele riguardano principalmente la scelta di modificare genere e colore della pelle in maniera casuale, senza lasciare scelta ai giocatori e, soprattutto, senza permettergli di tornare all'aspetto iniziale.

"Perché non ci permettete di scegliere il genere con cui giocare?" recita uno dei messaggi inviati agli sviluppatori. "Voglio solo partecipare e poter sentire una connessione con il personaggio come in tutti gli altri giochi". Gli utenti, proseguono le polemiche, non gradiscono il "messaggio politico con cui dite che siccome non possiamo sceglierci il sesso nella realtà, non possiamo farlo neppure nel gioco". Chi non si lamenta, invece, sono proprio le videogiocatrici donne. Loro, spiegano, sono abituate ad identificarsi con l'altro sesso: il punto di vista di molte opere è quello di un maschio bianco, quindi "le videogiocatrici si dovrebbero sentire offese tanto quanto voi, se non di più" conclude Newman.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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