La Cina ha messo fine al bando sulle console videoludiche che da 15 anni caratterizzava il paese. Secondo una nota diffusa dal Ministero della Cultura del paese, d'ora in poi aziende come Sony, Nintendo e Microsoft potranno produrre e vendere le console ovunque all'interno della Cina. La notizia è stata diffusa dal The Wall Street Journal e rappresenta un grosso passo in avanti per il settore videoludico, che peraltro è ormai caratterizzato da un giro d'affari di svariati miliardi di dollari. Le console erano state inizialmente bandite nel 2000 a causa della falsa credenza secondo la quale i videogiochi – e in particolare la componente 3D – potessero plagiare le menti dei videogiocatori.
I presunti effetti negativi su psiche e fisico dei più giovani hanno portato il governo a impedire la distribuzione delle console su tutto il suolo cinese. Lo scorso anno le autorità hanno alleggerito il bando permettendo alle aziende di operare all'interno di un'area sperimentale di Shangai ampia circa 20 chilometri quadrati chiamata Free Trade Zone. Nonostante questa apertura, però, le aziende hanno dovuto affrontare ostacoli notevoli, soprattutto per quanto riguarda la produzione, la quale avrebbe richiesto la costruzione di nuove fabbriche nelle zone interessate.
Inoltre, i produttori avrebbero comunque necessitato dell'approvazione da parte delle autorità prima di poter vendere i dispositivi, che avrebbero dovuto essere ispezionati individualmente. Queste restrizioni sono state eliminate completamente dal Ministero della Cultura, che in questo modo ha aperto un enorme nuovo mercato per le console videoludiche. Non che in questi 15 anni i videogiocatori cinesi non abbiano giocato: mercato nero a parte, il bando delle console ha portato ad un'impennata nel gioco da PC e su mobile. Bisognerà quindi vedere come risponderanno i consumatori all'arrivo di console come Playstation 4, Xbox One e Wii U, ma le potenzialità per le aziende in un mercato grande come quello cinese sono davvero molte.