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The Witcher 3: Wild Hunt, il ritorno del fantasy europeo

Uscirà il prossimo 19 maggio l’atteso terzo capitolo della saga The Witcher, una delle più apprezzate nel settore dei giochi di ruolo. E figlia di una politica, quella polacca, che favorisce l’industria videoludica in un’ottica di progresso economico.
A cura di Marco Paretti
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The Witcher 3 Wild Hunt

Il settore dei giochi di ruolo è sempre stato piuttosto attivo nel corso degli ultimi anni. Le grandi uscite non sono mancate e l’attenzione dei fan per questo particolare quanto complesso genere è sempre altissima, elemento che ha contribuito alla proliferazione di un’innumerevole quantità di titoli più o meno validi sbarcati sia su PC che su console, un tempo considerate di secondo piano quando c'erano di mezzo i GDR. C’è però una saga che, da anni, è rimasta nel cuore dei videogiocatori più interessati alle sfumature più occidentali dei giochi di ruolo: The Witcher. Una serie che, a maggio, si amplierà con un nuovo capitolo delle gesta del cacciatore Geralt di Rivia, frutto di 4 anni di lavoro da parte dei talentuosi ragazzi di CD Projekt RED.

Approcciarsi ad un titolo come questo, con una base d’utenza così grande – e dalle aspettative altissime – non è mai facile. Soprattutto in un settore nel quale il trend è sempre più verso le uscite annuali di sequel e spin-off e meno verso lo sviluppo ponderato e “lento”. Un modo di fare, quello pluriennale, che nel caso di The Witcher risulta però obbligato. "La parte di pre-produzione è una delle più importanti” ha spiegato a Fanpage.it Damien Monnier, Senion Gameplay Designer "Ci chiediamo: ‘Cosa vogliamo fare?' Questa fase richiede tempo, perché c’è quello che vogliamo fare e ciò che possiamo fare. Alcune cose vanno eliminate perché, semplicemente, non funzionano. Poi devi costruire il mondo: un mondo gigantesco". Impossibile crearne uno così vasto e soprattutto così denso in poco tempo, dando a tutte le molte sfaccettature che lo compongono il giusto peso e la dovuta attenzione.

The Witcher 3 Wild Hunt

Perché in The Witcher la cura per i dettagli è immensa. A partire dal sistema di combattimento completo e solido anche nella versione alpha provata con mano, fino ad arrivare allo stile di gioco che spazia dalle classiche missioni di trasporto/viaggio/eliminazione dei nemici alle ben più lunghe e complesse cacce. Noi abbiamo provato una delle prime, quella al Grifone Reale, che ci ha visti impegnati nella ricerca di indizi sulle caratteristiche del grande animale alato e nella preparazione di un trappola che potesse attirarlo in una zona a noi favorevole. Lo scontro successivo è risultato intenso e profondo, ma anche decisamente difficile senza l’adeguata preparazione. “Molti elementi sono cambiati nel corso degli anni” ha commentato Monnier "Abbiamo preso e sezionato molte caratteristiche di The Witcher 2 anche ascoltando le critiche e i consigli dei fan. Sapevamo di poter fare meglio, soprattutto dal punto di vista della varietà. Abbiamo migliorato il sistema di schivata e dei Segni – le magie, ndr – ma anche aggiunto la balestra, la prima arma a distanza della serie. Inoltre volevamo sottolineare il fatto che Geralt è un cacciatore, quindi abbiamo aggiunto diverse missioni che lo porteranno a cacciare molte creature all’interno del mondo di gioco. In questi casi potrete persino contrattare il prezzo con chi vi assolda".

La grande attenzione nei particolari si rispecchia anche nelle ambientazioni che compongono il mondo di gioco. "Tutto l’ambiente di The Witcher 3 è fatto a mano, non è generato processualmente. Ogni albero, per esempio, è stato inserito manualmente dagli sviluppatori” ha continuato Monnier "Tutti gli ambienti devono essere unici. Il risultato è fantastico, ma richiede una quantità di tempo enorme. Poi bisogna rifarlo: apportare tutti i cambiamenti dovuti ai gusti dei designer e alla storia, la quale viene rivista molte volte prima di essere approvata definitivamente. Ma anche la scrittura e la registrazione dei dialoghi: abbiamo 40 mila linee di dialogo da tradurre in tutte le sette lingue in cui il gioco sarà localizzato. Infine c’è la fase di rifinitura con la quale ci si assicura che il prodotto sia completo. Quattro anni di sviluppo sono il minimo per un progetto del genere”.

The Witcher 3 Wild Hunt

Uno sviluppo reso in larga parte possibile dalla situazione dell’industria videoludica polacca, una delle più promettenti sia in Europa che nel mondo. Grazie ad un elemento fondamentale: il governo è convinto che il settore possa portare enormi guadagni all’economia polacca. Un approccio che ha già portato a risultati concreti e persino al plauso del presidente degli Stati Uniti Barak Obama, a cui CD Projekt RED dedica sempre una copia del gioco. "Penso sia una mentalità della società polacca. Dopo la caduta del comunismo si è aperto un mondo di possibilità: le nuove generazioni hanno avuto davvero la possibilità di provare a fare quello che volevano” ha spiegato a Fanpage.it Monnier "La Polonia è un paese dinamico, è facile creare un’azienda. Se sei giovane e hai un’idea puoi partire subito, se funziona o meno lo si scopre strada facendo. Penso sia un contrasto tra il vecchio comunismo e uno scenario molto liberale dal punto di vista imprenditoriale. Anche i due fondatori di CD Project RED hanno iniziato così, vendendo i giochi importati e tradotti in polacco dal loro furgone. Poi l’azienda si è espansa e hanno cominciato a creare titoli loro”. The Witcher 3: Wild Hunt uscirà il prossimo 19 maggio su Xbox One, Playstation4 e PC.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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