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Opinioni

Project:Evo, il gioco in grado di individuare l’Alzheimer

Una start-up americana sta testando un’applicazione capace di diagnosticare l’Alzheimer. Se le ricerche avranno esito positivo l’app potrebbe rivoluzionare il trattamento del disordine mentale.
A cura di Marco Paretti
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Project:Evo

Project:Evo sembra un gioco come un altro, un titolo per iPad simpatico e colorato che ricorda molti altri giochi presenti su App Store. Eppure il suo è uno scopo ben più importante: diagnosticare e trattare i disordini mentali, in particolare l'Alzheimer.
Dietro lo sviluppo dell'app troviamo una piccola start-up, l'Akili Interactive Labs, che è già riuscita ad attirare l'attenzione dell'industria farmaceutica. A marzo sono iniziati una serie di test creati in collaborazione con Pfizer per decretare se l'applicazione sia o meno in grado di individuare le persone a rischio Alzheimer.
"Sarebbe molto utile riuscire ad individuare i malati in tempo" ha commentato Eddie Martucci, vice presidente di Akili "In questo modo i medici potrebbero cominciare a trattare la malattia in anticipo". Attualmente, infatti, l'unico modo per individuare le persone a rischio è sottoporle ad una costosa PET (tomografia a emissione di positroni), grazie alla quale è possibile stimare il numero di placche amiloidi presenti nel cervello. Nel corso della sperimentazione i ricercatori utilizzeranno persone con diversi livelli di amiloidi, per valutare se la risposta agli stimoli dell'applicazione varia in base a questi valori. "Se riusciamo ad associare una diversa risposta con diversi livelli di amiloidi, allora abbiamo trovato un metodo per individuare i pazienti a rischio" afferma Martucci.

In Project:Evo i giocatori devono inclinare il tablet per guidare un alieno lungo un fiume, cercando di evitare pesci ed uccelli e colpendo lo schermo quando richiesto. Riuscire a gestire tutti questi elementi richiede una certa abilità e il successo è legato a quella che i neuroscienziati chiamano elaborazione di interferenza.
Il gioco è basato sul lavoro di Adam Gazzaley, un neuroscienziato dell'Università della California. Gazzaley ha dimostrato che le capacità di elaborazione delle persone diminuiscono man mano che si invecchia e ha creato un rudimentale gioco chiamato NeuroRacer. Akili ha in seguito preso gli studi del neuroscienziato e il suo prototipo, sviluppando un gioco che potesse avere meccaniche e visuali di un'applicazione d'intrattenimento. Il gioco raccoglie e analizza dati 30 volte al secondo durante le fasi di gameplay.

Project:Evo 2

Oltre allo studio sull'Alzheimer, Akili sta conducendo ricerche su ADHD, autismo e depressione. Sebbene sia difficile credere che un gioco possa identificare tutti questi disordini mentali, Martucci spiega che l'elaborazione di interferenza è la chiave per completare qualsiasi nostra azione. "Se siete sommersi da interferenze siete facilmente soggetti a distrazioni e molte altre facoltà iniziano a diminuire" afferma Martucci "Stiamo puntando a questa connessione nel sistema".
Akili spera di ricevere l'approvazione dalla U.S. Food and Drug Administration per Project:Evo quest'anno, cosa che renderebbe di fatto l'applicazione un prodotto medico e incoraggerebbe i medici a prendere il gioco seriamente. Gli sviluppatori sono pronti a pubblicarlo su App Store, ma prima vogliono assicurarsi che il software venga trattato come un'applicazione medica.

Gli esperti del settore della medicina mobile sono entusiasti di Project:Evo e sono convinti che il gioco di Akili potrebbe comportare un notevole risparmio, oltre che benefici alla salute. Ma Corey Ackerman, presidente di un'azienda che si occupa di certificati per le applicazioni mediche, frena l'entusiasmo e ricorda che la chiave del successo sarà stabilire la credibilità scientifica di Akili. "Siamo sempre in contatto con ospedali e cliniche, che ci chiedono in continuazione se queste app sono efficaci" ha affermato "I medici sono scienziati e voglio prove prima di utilizzare qualcosa di nuovo".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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